“Non sto ostentando il mio titolo di senatore. Quando mi parlano del Senato è per chiedermi quando verrà abolito. È anche per questo motivo che mi siedo lì», spiega Karl Vanlouwe, senatore della NV-A nominato dal Parlamento fiammingo. Questa riassume la posizione dei senatori del nord del Paese, tutte le tendenze politiche messe insieme: il Senato non serve più, quindi tanto vale farla finita in fretta.
E i numeri lo confermano: i fiamminghi hanno già messo in conto la scomparsa di questa “seconda camera da letto”. Coloro che ancora prendono iniziative e si esprimono più spesso sono francofoni. Tutte le risoluzioni adottate in quest’Aula dopo le elezioni provengono da francofoni; il Nord del Paese ha presentato un solo disegno di legge. Inoltre, solo il 29% dei fiamminghi ha approvato il bilancio del Senato.
N-VA e Open Vld si sono astenuti, CD&V e Vooruit hanno votato a favore. Lo stanziamento resta pari a 44 milioni di euro; pertanto non è stato indicizzato. Anche il budget operativo dei gruppi parlamentari è diminuito del 10%. Dieci anni fa il Senato disponeva ancora di uno stanziamento di 64 milioni di euro. “Cerchiamo di essere economici, ma anche di pensare al personale”, afferma Benjamin Dalle (CD&V). La retribuzione del personale rappresenta oggi l’85% del budget dell’assemblea superiore.
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Da notare che dopo la sesta riforma dello Stato, il Senato conta ancora sessanta senatori, cinquanta dei quali provengono dai parlamenti regionali. Non ricevono alcuna remunerazione aggiuntiva oltre alla loro indennità parlamentare. Restano invece cooptati dieci senatori: ricevono la metà dello stipendio. Kris Verduyckt, senatore (Vooruit) nominato dal parlamento fiammingo spiega: “Per noi i senatori sono quattro “volontari cinesi”. E abbiamo scelto di non nominare senatori cooptati. »
Rispetto ai fiamminghi, i francofoni appaiono iperattivi. C’è da dire che considerano ancora il Senato come IL simbolo del Belgio e teme che la sua rimozione sia l’inizio della fine del Belgio. Il MR, che con Valérie De Bue detiene la presidenza del Senato, è un fervente sostenitore del mantenimento o addirittura della riabilitazione del Senato. Pertanto si è scontrato più volte con l’Open Vld, il suo omologo fiammingo. All’indomani delle elezioni, Stephanie D’Hose, presidente del Senato nella precedente legislatura, ha presentato una proposta per la sua cancellazione, salvo poi respingerla.
La tabella di bilancio del formatore Bart De Wever (N-VA) prevede chiaramente l’abolizione del Senato come mezzo per risparmiare denaro, senza alcuna certezza che questa misura avrà successo. Se Vooruit, CD&V e N-VA sono favorevoli, il presidente del MR, Georges-Louis Bouchez, è formalmente contrario. Un compromesso, suggerito dalla CD&V, potrebbe essere quello di abolire il Senato come istituzione separata e di istituire un’Assemblea Costituente unitaria, dove i deputati degli enti federati potrebbero decidere sulle revisioni della Costituzione, sulle riforme dello Stato e sulle nomine importanti. Nel frattempo “tutti sono sospesi dalla decisione dei vertici”, ironizza il senatore Verduyckt.
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