l’ex presidente e tre dei suoi ex ministri si sono riuniti sul banco degli imputati

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Prima di entrare in aula, ha avuto cura di stringere la mano ai due agenti di polizia che gli tenevano la porta. Nicolas Sarkozy non si è discostato dai suoi riflessi di ex ministro degli Interni all’apertura del processo nel caso del sospetto finanziamento libico della sua vittoriosa campagna presidenziale. Colui che ha presieduto la Francia dal 2007 al 2012 appare da lunedì 6 gennaio davanti al Tribunale penale di Parigi per aver sigillato, secondo l’accusa, a “patto di corruzione” con il defunto dittatore libico Muammar Gheddafi.

Tra le altre dodici persone processate in questo vasto caso, ce ne sono 73 i volumi presentano tre ex ministri : Claude Guéant, Brice Hortefeux e Eric Woerth. Sono accusati, a vari livelli, di avere “organizzato” e ricevuto “trasferimenti di fondi” dalla Libia, il cui importo totale non è stato stabilito.

Mentre era loro vietato comunicare sin dalla loro collocazione sotto controllo giudiziario, Nicolas Sarkozy e questi leader della destra francese, fedeli tra i fedeli, hanno scambiato qualche parola prima di sedersi fianco a fianco, tutti e quattro, sul banco degli imputati. Un’immagine suggestiva, a quasi vent’anni dalla vicenda scoppiata nel 2012.

Uno dopo l’altro, questi uomini in abito scuro e cravatta su camicia bianca, che hanno ricoperto le più alte cariche dello Stato, sono stati chiamati al podio dalla presidente, Nathalie Gavarino, per dichiarare la loro identità. Claude Guéant, che compirà 80 anni anni il 17 Gennaio si è fatto avanti per primo. L’ex segretario generale dell’Eliseo, divenuto ministro degli Interni sotto Nicolas Sarkozy, lo è oggi “pensione” et “vedovo”. Brice Hortefeux, 67 anni anni, è anche “in pensione dal servizio civile”dopo una lunga carriera politica, compresi sei anni come ministro, e “divorzio”.

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Nicolas Sarkozy alla guida del tribunale penale di Parigi, 6 gennaio 2025. Dietro l’ex capo dello Stato, sul banco degli imputati, i tre ex ministri Claude Guéant, Brice Hortefeux ed Eric Woerth. (ELISABETH DE POURQUERY / TELEVISIONI FRANCIASI)

Nicolas Sarkozy, che festeggerà il suo 70esimo anni a fine gennaio, è fermo “avvocato” e sempre “sposato”. Nazionalità ? “Francese”conferma, dopo una battuta sulle origini italiane della moglie Carla Bruni. Eric Woerth, infine, ex tesoriere della campagna 2007, parla a sua volta della sua vita matrimoniale e delle sue attuali funzioni di deputato (Insieme per la Repubblica) dell’Oise. La sua sessantanovesima candelina la spegnerà a fine gennaio, durante il processo.

Sono intervenuti altri quattro imputati, tra cui l’intermediario sulfureo Alexandre Djouhri, 66 anni anni, con uno stile di abbigliamento più rilassato – tuta-scarpe da ginnastica. Assente invece il suo nemico giurato, Ziad Takieddine, l’altro intermediario del caso. In fuga in Libano, questo uomo d’affari ha detto lunedì a RTL di essere a disposizione della giustizia francese per testimoniare in videoconferenza. E ha ribadito le sue accuse, dopo averle ritrattate per un po’ : [Nicolas] Sarkozy è andato a vedere [Mouammar] Gheddafi, ha chiesto [son] argent (…). Posso dirlo [Mouammar] Gheddafi lo pagò fino a 50 milioni di euro”.

Lunedì risultavano dispersi anche altri imputati. Bechir Saleh, ex finanziere del regime libico, una volta esfiltrato in Francia, è oggetto di un mandato di cattura e sarà rappresentato durante i quattro mese di prova per due avvocati.

Anche il miliardario saudita Khaled Ali Bugshan, processato nella sezione delle tabelle, relativa al presunto arricchimento personale di Claude Guéant, è oggetto di un mandato d’arresto. Per quanto riguarda l’acquirente ufficiale dei dipinti, il malese Sivajothi Rajendram, lui “sarebbe morto”disse il presidente. La chiusura del procedimento a suo carico dovrebbe essere ufficializzata nel corso dei dibattiti.

Prima di esaminare i tentativi della difesa di rinviare il processo, il presidente ha ricordato solennemente : “Tutte le persone accusate sono presunte innocenti fino a prova contraria.” La corte ha poi rigettato una questione prioritaria di costituzionalità sollevata dall’avvocato di Khaled Ali Bugshan per contestare l’accumulo di accuse contro il suo cliente.

Successivamente ha ascoltato le argomentazioni degli avvocati sulla competenza della Corte di Giustizia della Repubblica (CJR) a giudicare alcuni imputati, in quanto erano ministri in carica al momento dei fatti contestati. E per una buona ragione : la CJR è nota per essere più indulgente nelle sue decisioni.

“Lascia che ti avverta : dichiarandosi competente minerà gravemente lo spirito delle nostre istituzioni e la separazione dei poteri”ha così lanciato in tribunale uno degli avvocati di Nicolas Sarkozy, Jean-Michel Darrois. “Le argomentazioni insinuanti secondo cui Nicolas Sarkozy sarebbe una vittima dell’istituzione giudiziaria non sono commisurate né alla tua carriera né al tuo talento”ha ribattuto Quentin Dandoy, uno dei tre procuratori della Procura finanziaria nazionale, dando il tono a questa prima battaglia.

E il magistrato ha ricordato che quando incontrò il dittatore nella sua tenda in Libia, alla fine del 2005, Nicolas Sarkozy non era nel suo ruolo di ministro dell’Interno, ma piuttosto in quello di futuro candidato. “Cerchiamo interesse personale : quello della tua campagna presidenziale”supporta Quentin Dandoy. Sulla sua panchina l’interessato ribolle, borbotta, alza le spalle. L’ex presidente della Repubblica dovrà ancora aspettare per fornire la sua versione dei fatti.

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