l’essenziale
La Confederazione contadina del Gers è coinvolta nelle elezioni della Camera dell’Agricoltura, guidata da Sylvie Colas e la sua squadra, con tre priorità principali: prezzi remunerativi, transizione agroecologica e difesa dell’agricoltura contadina.
Per far sentire la propria voce, la Confederazione contadina del Gers si è fatta più discreta sulla scena pubblica. Senza ricorrere ad azioni di piazza, questa settimana inizia ufficialmente la sua campagna per la Camera dell’Agricoltura. Un impegno incarnato dalla leader Sylvie Colas, supportata dai suoi compagni di corsa. Perché, infatti, dal 15 al 31 gennaio gli agricoltori saranno chiamati a recarsi alle urne per eleggere i propri rappresentanti in ciascun dipartimento.
“In sostanza siamo d’accordo con quanto sta accadendo a livello nazionale, con il Coordinamento Rurale che sta facendo scalpore su tutti i media. Tuttavia, sulle modalità di azione e su ciò che vogliamo per l’agricoltura di domani, non siamo affatto d’accordo”, sostiene il capolista dell’unione contadina.
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In questa campagna tre collegi congiunti composti da dirigenti aziendali, proprietari, usufruttuari ed ex operatori si riuniscono attorno ad una lista comune per influenzare le politiche agricole pubbliche. “Una Camera fornisce strumenti territoriali. Deve organizzare e sostenere tutti i progetti di gruppo, a partire dai laboratori di trasformazione, macellazione, strumenti di commercializzazione, ecc. Il progetto è vasto e richiede azioni concrete”, sottolinea Sylvie Colas.
Ed è in un contesto particolare, rappresentato dal sentimento di insoddisfazione e di stufo generale del mondo agricolo, che si giocano queste elezioni, attorno a tre grandi temi difesi dalla Conf.
A prezzi vantaggiosi
In questo primo punto, il sindacato sottolinea la sua lotta contro tutti gli accordi di libero scambio (CETA, Mercosur, ecc.). La Confederazione dei contadini si batte anche per l’istituzione di prezzi minimi garantiti e remunerativi. “L’idea principale è garantire un reddito dignitoso agli agricoltori. Si sente spesso parlare di sovranità alimentare e gli agricoltori sono il primo anello”, riassume Romain Florent, vicepresidente e allevatore.
Per garantire alle persone e agli agricoltori la sovranità sulle loro scelte e orientamenti agricoli, la Conf fa affidamento su diverse leve da mettere in atto. Il prezzo minimo sarebbe composto innanzitutto dai costi di produzione, dalla remunerazione degli agricoltori e dalla protezione sociale.
Un obiettivo che richiede la creazione di sistemi di formazione, sostegno, finanziamento e strutturazione.
Per una transizione agroecologica
La professione di fede affronta le difficoltà incontrate dal mondo agricolo. Durante questo anno particolarmente difficile, i rischi climatici non hanno risparmiato i produttori. Stanno lanciando l’allarme. “Gli ultimi annunci a sostegno della transizione agroecologica hanno causato molte delusioni […] Molte aziende agricole abbandonano quindi la conversione al biologico», sottolinea Loïc Abidalle, vicepresidente.
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Conservazione della biodiversità, sostegno alla riconversione al biologico, sostegno finanziario: i mezzi proposti rientrano in una questione di salute pubblica per l’Unione. Quest’ultimo desidera sostenere il cambiamento delle pratiche favorevoli all’ambiente e la gestione economica ed equa dell’acqua. A questo proposito suggerisce, ad esempio, di dare priorità all’irrigazione per le colture destinate a scopi locali, umani e ad alto valore aggiunto.
Senza dimenticare la spinosa questione dei pesticidi che la Conf vuole bandire a favore di soluzioni alternative.
Per la difesa dell’allevamento contadino
Contro le attuali politiche sanitarie, il sindacato non ha mai nascosto la sua posizione sulla produzione industriale e sulle esportazioni. Sia sui pesticidi che sulle norme industriali indotte dalle nuove malattie dei ruminanti, la Conf protesta. “Tutti questi episodi di crisi sanitaria hanno messo a repentaglio l’allevamento di bestiame all’aperto”, sostiene Simon Graf, allevatore e vicepresidente.
Il sindacato si batte contro il confinamento, l’installazione di doppie recinzioni e l’abbattimento sistematico al primo rilevamento di salmonella. “Non siamo contro gli standard, ma siamo a favore di standard adattati ai nostri sistemi di produzione”, aggiunge l’allevatore.
Inoltre, la Confederazione dei contadini punta a norme orizzontali, definite dal sistema industriale, applicate a tutti indistintamente. “I nostri progetti non sono utopici, richiedono tempo, ma le soluzioni esistono”, conclude Sylvie Colas.