questa decisione della BCE che mette sotto pressione la Francia

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En questa metà dicembre 2024, Francoforte si veste dei suoi abiti festivi. Sullo sfondo grigio degli edifici, tra i profumi di salsicce e panpepato, si stagliano i tradizionali chalet del mercatino di Natale. Anche gli edifici dell’austera Banca Centrale Europea (BCE) hanno assunto un’aria festosa. I visitatori si trovano improvvisamente faccia a faccia con coristi vestiti con maglioni adornati con renne, abeti e altri simboli della Natività. È difficile immaginare che si sia appena verificato un evento centrale per l’istituzione responsabile del mantenimento della stabilità dei prezzi nella zona euro…

In effetti, la BCE ha appena terminato completamente i suoi acquisti di obbligazioni sui mercati. Per fare il punto su questo cambio di epoca, perché di questo si tratta, dobbiamo tornare indietro di dieci anni. Siamo nel 2015 e l’Eurozona è sull’orlo della deflazione dopo essere stata devastata dalla crisi dei mutui subprime e del debito sovrano.

Effetto collaterale

Per contrastare questo rischio di una spirale dannosa, la Bce di Mario Draghi si è poi lanciata in quella che viene chiamata allentamento quantitativo (EQ). Questo “quantitative easing”, nel linguaggio di Molière, è uno strumento convenzionale di politica monetaria già sperimentato all’epoca in Giappone, Stati Uniti e Regno Unito. Quando lo strumento tradizionale per combattere la deflazione – l’abbassamento dei tassi di riferimento – non è più sufficiente, questa soluzione, che consiste nell’acquisto di attività, in particolare titoli del debito pubblico, consente di ridurre i costi di finanziamento. mutuatari e sostenere l’economia.


Da scoprire

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Canguro del giorno

Risposta

Dopo l’APP (Asset Purchase Program) del 2015, la Banca Centrale Europea di Christine Lagarde ha lanciato un secondo programma di acquisto di asset in occasione della pandemia di Covid nel 2020, il PEPP (Pandemic Emergency Purchase Program). Il sostegno della Bce all’economia sta funzionando. Questo sistema rassicura gli investitori privati: in caso di problemi, sanno che potranno sempre rivendere i loro titoli a questo acquirente di ultima istanza. Ma provoca un effetto collaterale. Nel corso degli anni e con gli acquisti di asset, l’istituzione di Francoforte si è affermata come il principale creditore degli stati dell’Eurozona. Un quarto del debito francese è quindi detenuto dalla Banque de .

Ora dovremo tornare indietro e cambiare nuovamente il paradigma. La “stretta quantitativa” è stata certamente molto graduale. La BCE ha iniziato sospendendo gli acquisti netti nel 2022, accontentandosi per diversi mesi di reinvestire gli importi rimborsati. Sono questi reinvestimenti che sono cessati alla fine del 2024. La questione ora è come reagiranno gli investitori privati ​​e quale sarà l’impatto sulle condizioni di finanziamento degli Stati della zona euro. Per la Francia, che ha annunciato quest’anno l’emissione di un debito record di 300 miliardi di euro in un contesto di instabilità politica, questa è un’ulteriore spina nel fianco.

Francia

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