” E allora. » Nonostante il diabete e la fatica dovuta a malattie cardiache, Jean-Paul Virapoullé ha conservato il suo gusto per le formule feroci. Nella sua vasta casa creola a Saint-André, nell’est dell’isola della Riunione, circondata da mobili indiani in legno scuro, che ricordano la costa del Malabar, da cui provenivano i suoi antenati, l’ottuagenario, figura tutelare della destra locale, rimprovera il nuovo generazione di politici reunionesi.
L’ex parlamentare centrista, erede politico del primo ministro Michel Debré (1912-1996), che fu anche deputato della Riunione tra il 1963 e il 1988, si rattrista leggendo gli orientamenti di bilancio della regione per il 2025. “Non ci sono più grandi progetti”afferma. La sua avversaria, Huguette Bello, 74 anni, attuale presidente (varie a sinistra) della comunità? “Un contenitore vuoto. » Didier Robert, 60 anni, che avrebbe dovuto assumere la guida della destra paga (la destra locale, in creolo)? “Ha rovinato tutto. Non è un leader. »
L’eredità di coloro che portarono avanti la Riunione sulla scia della dipartimentalizzazione del 1946 non è, ovviamente, facile da accettare. Che si tratti, a destra, di Michel Debré, padre dei Ve Repubblica e fedele ministro del generale de Gaulle; di Jean-Paul Virapoullé, che aveva rifiutato di votare la censura di Michel Rocard, nonostante le istruzioni dell’UDF, e che fu l’autore, nel 2003, dell’emendamento che fissò lo status dell’isola nella Repubblica; o Pierre Lagougue (1921-1998), funzionario eletto che ha dato il suo nome a diverse scuole superiori dell’isola. Ma anche, a sinistra, di Paul Vergès (1925-2016), il potente e autoritario capo di un partito comunista della Riunione (PCR) a lungo autonomo, da sempre un riferimento.
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