Top 14. Il canottaggio ha sfidato la ragione a Vannes

Top 14. Il canottaggio ha sfidato la ragione a Vannes
Top 14. Il canottaggio ha sfidato la ragione a Vannes
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Vvaga mezzo pieno o mezzo vuoto? Domanda perenne. Non è però vietato chiedersi come capirà Grégory Patat il successo ottenuto dal suo Canottaggio a Vannes (21-27). Quando il manager del Bayonne darà un'occhiata alla classifica dei Top 14, mentre si prepara il suo caffè domenicale, sarà soddisfatto di vedere che la sua squadra è tornata al quarto posto nella classifica.

Un'ottima operazione contabile, ottenuta grazie al secondo successo in trasferta dopo quello raccolto a Lione a fine ottobre – il doppio di quanto ottenuto nelle ultime due stagioni – che gli permetterà di guardare al futuro con ambizione.

Aggrappati al vertice della classifica, i baschi avranno anche la possibilità di stabilirsi lì, entro la fine di gennaio, se riusciranno a negoziare l'accoglienza di Castres, a partire da sabato prossimo al Jean-Dauger, prima di andare a Montpellier poi a Bayonne, due squadre in difficoltà in questo campionato.

“Vincere stasera è un po’ un miracolo” Maxime Machenaud

Al termine di una settimana in cui ha scoperto su queste colonne la conferma dell'arrivo di Laurent Travers, direttore del rugby dalla prossima stagione, Grégory Patat ha tutte le ragioni per sorridere leggendo questa dinamica. Dopo Sireli Maqala, autore della nona meta stagionale che lo ha promosso capocannoniere della Top 14, Aviron Bayonnais è in buona forma mentre l'andata giunge alla conclusione.

24 rigori subiti

Queste soddisfazioni probabilmente non accecheranno il manager del Canottaggio. Per sperare di trasformare le promesse che le sono state fatte in guadagni contabili, la sua squadra dovrà presentare un volto molto più coerente di quello mostrato contro questa tenerissima lanterna rossa bretone.

Lo ha ammesso lo stesso Maxime Machenaud: “vincere stasera è un po’ un miracolo”. Per una volta, l'espressione non è abusata. Perché vincere in trasferta essendo stato penalizzato 24 volte, avendo giocato 20 minuti in inferiorità numerica nel primo atto dopo le espulsioni di Tuilagi (15°) e Capilla (28°) e avendo avuto solo il 35% di possesso palla è davvero improbabile.

Come è sopravvissuto Aviron Bayonnais a tutto questo? Dovremo grattarci la testa ancora per un po' prima di trovare una risposta coerente a questa domanda. Ma è ovvio che la sua capacità di trasformare le più piccole briciole in un banchetto offensivo costituiva una vera e propria ancora di salvezza sotto la pioggerellina bretone.

Innanzitutto è stato un contro-ruck di Sireli Maqala che ha permesso a Lucas Martin di correre per la meta. C'è stata poi una svolta di Cheick Tiberghien che è stata migliorata – ancora lui – dallo stesso Maqala. Ed è stata finalmente una potente spallata di Rodrigo Bruni a rendere possibile il break. “Eravamo ultra realistici”, ha elogiato Maxime Machenaud.

Questa qualità è importante. Ma non basta essere all’altezza degli obiettivi che il Rowing si è prefissato. Il numero 9 ammette: “Non possiamo accontentarci di contenuti del genere. » Indiscutibile.

Note

7/10 Bruni, Margherita
6/10 Chouzenoux, Segonds, Tuilagi, Tiberghien
5/10 Paulos-Adler, Capilla, Habel-Kuffner, Machenaud, Cotet, Martin, Spring, Carreras, Cormenier.

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