Secondo il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e dell’allevamento, le spese legate alle importazioni in Senegal sono stimate a oltre 7.500 miliardi di franchi CFA.
Di Khady SONKO – Il Senegal spende molte risorse per importare cibo. Secondo il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e dell’allevamento, ogni anno il Paese spende più di 7.500 miliardi di franchi CFA in importazioni. Sono questi i dati che Mabouba Diagne ha riferito nel corso della riunione dell’apposito Comitato di Sviluppo Regionale (Crd) relativa alla revisione e all’aggiornamento della legge sull’orientamento Agro-silvo-pastorale e alla preparazione del prossimo svolgimento della prima riunione del Consiglio Agro-silvo-pastorale Superiore. Consiglio di Orientamento Pastorale. Per il ministro è impossibile spendere così tanti soldi nelle importazioni per nutrire il Paese e sperare di creare posti di lavoro. Quest’anno, afferma Mabouba Diagne, il Senegal ha importato cipolle per 45 miliardi di franchi CFA, mentre gli agricoltori senegalesi sanno come coltivare le cipolle. Si rammarica che il Paese abbia importato “1,4 milioni di tonnellate di riso, 860mila tonnellate di grano, 450mila tonnellate di mais, più di 210mila tonnellate di petrolio, più di 200mila tonnellate di zucchero, più di 347mila tonnellate di frutta e verdure.
Mabouba Diagne resta convinto che le cinque regioni del Sud e del Sud-Est possano contribuire enormemente al raggiungimento dell’autosufficienza e della sicurezza alimentare. “Sono fermamente convinto che i nostri genitori contadini e produttori, se ben supportati e ben strutturati, possono svolgere il lavoro”, ha affermato.
La nuova legge sull’orientamento agro-silvo-pastorale, secondo il ministro dell’Agricoltura, fornirà un quadro giuridico che regolerà il punto di riferimento del Senegal 2050 nei settori agro-silvo-pastorale e della pesca. “Questa legge sosterrà il rafforzamento delle organizzazioni professionali agricole e di allevatori di base, in particolare nelle cooperative agricole comunitarie, e, in ultima analisi, la sovranità alimentare”, ha informato Diagne.
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