Anche in Svizzera il tempo trascorso dagli adolescenti davanti agli schermi e i pericoli di Internet per i minorenni sono diventati motivo di preoccupazione. L’idea di introdurre un giorno il divieto dei social network per i giovani sembra tanto allettante quanto divide gli intervistati.
Piattaforme “così poco o poco controllate” o addirittura “truffe, cattiva folla e cattive idee” sono alcune delle reazioni raccolte dai team delle 19:30. “Ricordo che ho avuto i miei primi social network quando avevo 12 anni. Evidentemente ero troppo giovane. Ma non credo che quello che dovremmo fare sia vietare. Dovremmo piuttosto fare prevenzione”, hanno reagito diversi passanti. davanti alle telecamere.
Giovani “fortissimi nell’aggirare” i divieti
Quanto alla reale efficacia del provvedimento, non convince molto: “I giovani sono sempre molto bravi ad aggirare le cose che sono loro vietate”, “Ora passa tutto attraverso i social, quindi sarà complicato” o ancora” Non credo che in Svizzera si possa fare”, queste le previsioni degli intervistati.
Per Claire Balleys, sociologa specializzata in pratiche digitali e direttrice del Medialab dell’Università di Ginevra, il divieto non è una risposta adeguata. L’importante è la pedagogia. “E non possiamo delegare ai genitori la responsabilità dell’educazione sui social network perché ci sono molte disuguaglianze sociali nella nostra società”, sottolinea. “Penso che questo vada fatto all’interno delle scuole, all’interno dei percorsi di educazione digitale”, affinché i giovani possano diventare “utenti illuminati”.
Alla ricerca di una soluzione moderata
Della stessa opinione è anche il Consiglio federale: “Il lavoro di prevenzione e sensibilizzazione è più efficace di una regolamentazione estesa sull’età minima di accesso ai social network”, ha risposto a due interrogazioni depositate recentemente durante una seduta del Consiglio nazionale, una delle quali sulle fake news , l’altro sull’età minima per l’accesso ai social network. Ma dice anche di voler “seguire con interesse l’evoluzione delle normative negli altri Paesi”.
“Mi impegnerò a trovare una soluzione moderata, che dia ai giovani l’accesso a questo mezzo molto forte e interessante, ma che li tuteli anche”, ha dichiarato il consigliere nazionale Gerhard Andrey (Verdi/EN).