Per Me Radelet, ci sono prove a sostegno del fatto che ci siano state molestie. Inoltre, un mese dopo, la corte d’appello ha annullato la sentenza di assoluzione dell’imputato. La corte ha ritenuto che questi avesse tenuto comportamenti molesti nei confronti di alcuni residenti, ma gli ha concesso di beneficiare della sospensione della pronuncia della condanna.
A Tournai non è il cornuto a molestare il rivale, ma il contrario: “Sono ossessionata da lui, è surreale”
Una residente, presente all’udienza, ha dichiarato di essere ancora vittima di molestie, di sentirsi violata nella sua privacy dall’imputato, poiché avrebbe rifiutato di avere una relazione sentimentale con lui. Questa signora lo accusa anche di aver commesso un omicidio!
Chiama per ordinare
Interviene Me Rivière, l’avvocato dell’imputato, stanco dei sospetti mossi contro l’imputato: il suo cliente non è mai stato accusato di omicidio. La corte conclude l’udienza di questa signora, visibilmente in fretta di regolare i conti in pubblico. Il tribunale ha agito allo stesso modo nei confronti della figlia del defunto, la quale ha dichiarato che l’imputato aveva minacciato di uccidere sua madre. “L’ha spezzata, l’ha isolata, l’ha cancellata e mia mamma è morta di paura“, ha detto.
Il pubblico ministero richiama all’ordine anche le parti civili. Segue però le argomentazioni sviluppate da Me Radelet e chiede la condanna dell’imputato a due anni di carcere per molestie. “Lui è ancora lì e assume funzioni che non ha. Preda sempre le persone vulnerabili. Nonostante l’avvertimento della Corte d’Appello, ha continuato il suo comportamento molesto. A livello penale deve essere punito“, dichiara il sostituto procuratore nel suo laconico atto d’accusa.
Presidente rieletto
Me Rivière ricorda all’assemblea che siamo in un tribunale penale e che ci difendiamo solo sui documenti. “Il Pubblico Ministero fa affermazioni gratuite e non basate su alcuna prova. Ho un elemento oggettivo: lui è ancora presidente della comproprietà ed è un mandato elettivo“.
Ciò significa quindi che la maggioranza dei residenti ha fiducia in lui e che esistono quindi due clan. Inoltre presenta testimonianze che ragionano in questa direzione. Riassume il conflitto tra il suo cliente e il defunto come un combattimento di galli, in cui ognuno voleva più potere dell’altro. Aggiunge che la defunta non aveva mai sporto denuncia contro il suo cliente prima della tragedia di maggio.
La sentenza sul capo della polizia di Mons-Quévy è rinviata al 12 dicembre
Per quanto riguarda la signora presente al banco delle parti civili, l’avvocato riconosce che tra loro c’è stato un litigio. Il suo cliente gli aveva chiesto di tenere i suoi cani al guinzaglio nelle aree comuni. Poiché lei non rispettava il regolamento interno, ha scattato delle foto e le ha archiviate in un fascicolo, presentato al tribunale sommario. “Il tribunale ha emesso una sentenza basata sulle foto, questo non è un comportamento molesto“, aggiunge l’avvocato.
Me Rivière ha chiesto l’assoluzione del suo assistito, presentandolo come capro espiatorio.di cui la nostra società ha tanto bisogno“.
La sentenza tra poche settimane.