Dominique Meyer, una vita all’opera (3/4): Vienna

Dominique Meyer, una vita all’opera (3/4): Vienna
Dominique Meyer, una vita all’opera (3/4): Vienna
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Simbolo nazionale austriaco, la Staatsoper (Opera di Stato di Vienna) è un’istituzione leggendaria e prestigiosa il cui direttore è, si dice, più importante del Ministro della Cultura! L’Opera di Vienna occupa un posto centrale nella vita culturale del paese e gli austriaci la frequentano in maniera massiccia, soprattutto grazie ai prezzi che permettono di accogliere un pubblico molto diversificato.

La Filarmonica di Vienna funge da orchestra dell’opera. La band si destreggia con un vasto repertorio che i musicisti devono conoscere a fondo, perché quasi ogni sera suonano un’opera diversa. Un sistema non condiviso dalla maggior parte degli altri teatri d’opera, in cui ci esibiamo in produzioni. Un’altra particolarità dell’orchestra è che dal 1927 non ha un direttore musicale. “Hanno teorizzato questa decisione di non avere un direttore musicale. […] L’orchestra ha il suo modo di suonare. C’è molto spesso un pochino di rubato, mai eccessivo. Ma non è un musicista che decide di farlo, è tutta l’orchestra insieme”.

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“L’Opera di Vienna è come la Formula 1, estremamente ben organizzata.” Infatti, per onorare l’imponente numero di rappresentazioni e organizzare al meglio le prove, il regista lavora in stretta collaborazione con il direttore tecnico, il cui ruolo è fondamentale. Durante il suo mandato, Dominique Meyer impose alcuni cambiamenti alla veneranda istituzione: aumentò il numero delle prove, introdusse la musica barocca e introdusse ensemble specializzati, esplorò repertori meno praticati ed eseguì opere contemporanee, nonostante le difficoltà che rappresentavano questo tipo di scommessa.

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