Battezzato il giorno dopo lo scioglimento del 9 giugno, il giovane Nuovo Fronte Popolare (NFP) fatica a nascondere le crepe che ogni giorno approfondiscono i suoi muri. Nelle ultime settimane, socialisti e “ribelli” hanno aumentato le opportunità di farsi a pezzi a vicenda, sotto lo sguardo impotente degli ambientalisti. Mentre la caduta del governo di Michel Barnier diventa sempre più plausibile, le posizioni sul “giorno dopo” sembrano inconciliabili.
I socialisti non aspettano “non tanto” del loro incontro con il Primo Ministro, mercoledì 27 novembre al mattino. In caso di ricorso, da parte di Michel Barnier, all’articolo 49.3 della Costituzione, che consente l’adozione di un testo senza votazione, voteranno in blocco – compreso l’ex presidente della Repubblica e deputato socialista della Corrèze François Hollande – per una mozione di censura che potrebbe, con i voti del Raggruppamento Nazionale, ottenere la maggioranza nell'Assemblea Nazionale.
Per il Partito Socialista (PS), non si tratta di ritornare allo scenario estivo spingendo su Emmanuel Macron la candidatura dell'enarca Lucie Castets alla guida di un governo PFN. Domenica 24 novembre, su France Inter, il presidente del gruppo PS all'Assemblea, Boris Vallaud, ha gettato la chiave nello stagno augurando “sollevare la questione della non censura”. Un modo per tendere la mano ai macronisti, mentre alla sinistra mancano cento voti per avere la maggioranza.
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“Il PS sta organizzando una nuova “base comune” con altri al posto del Nuovo Fronte Popolare. Vallaud, Faure, Bouamrane gli tendono la mano”, ha affermato il leader della France insoumise (LFI), Jean-Luc Mélenchon, parlando di Karim Bouamrane. “Vallaud propone di partire non dal PFN, ma dal fronte repubblicano. Ma il fronte repubblicano non è un programma politico. Lo sarà senza di noi! »decide il deputato della LFI per la Val-d'Oise Aurélien Taché, il quale riconosce che lo straccio è acceso tra “ribelli” e socialisti. “Ci parliamo raramente, molto meno» che ai tempi della Nuova Unione Popolare Ecologica e Sociale (Nupes, l’antenato del PFN tra il 2022 e il 2024).
“Provocazione inutile”
Pur spingendo, senza crederci, l'opzione Lucie Castets, i “ribelli” desiderano invece ottenerne una “presidenziale anticipata”. “Barnier cadrà, le crisi si susseguiranno, cos’altro potrà risolvere la situazione? »chiede Aurélien Taché. Un atteggiamento che fa arrabbiare i socialisti che vogliono governare. Il deputato socialista parigino Emmanuel Grégoire accusa così i suoi partner “Rifiutare il potere e le responsabilità che ne derivano”. “Stanno venendo meno ai loro doveri nei confronti degli elettori”critica.
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