Legislativa: per evitare la maggioranza assoluta di RN, abbondano i ritiri: Novità

-

Dopo il punteggio senza precedenti ottenuto dal RN al primo turno delle elezioni legislative, aumentano i ritiri dei candidati di sinistra e macronisti, che lunedì hanno superato il centinaio, per impedire all’estrema destra di ottenere la maggioranza assoluta e mantenere la speranza di una ” grande coalizione.

Secondo un conteggio provvisorio dell’AFP, un centinaio di candidati di sinistra o macronisti impegnati nei triangolari si sono già ritirati lunedì per contrastare il Raggruppamento Nazionale.

Tra questi, in questa fase, figurano la maggioranza di rappresentanti dell’alleanza di sinistra Nuovo Fronte Popolare, nonché tre ministri (Sabrina Agresti-Roubache, Marie Guévenoux, Fadila Khattabi).

I candidati ancora in corsa hanno tempo fino a martedì alle 18 per decidere di ritirarsi e ridurre così drasticamente il numero dei triangolari, che domenica sera erano più di 300 a causa dell’elevata partecipazione al primo turno (66,7%).

Domenica l’onda blu navy si è diffusa con oltre 10,6 milioni di voti, ovvero il 33,1% dei voti, un livello storico – escluso il secondo turno delle elezioni presidenziali del 2022.

La RN ha sferrato un duro colpo, eleggendo 39 deputati, a cominciare da Marine Le Pen a Pas-de-Calais. Il partito della fiamma, alleato di Eric Ciotti, si qualifica in 443 dei 577 collegi elettorali ed è in testa in 296.

Con il 27,99%, il Nuovo Fronte Popolare conta già 32 eletti. Ma ha perso il comunista Fabien Roussel, travolto dal maremoto RN nel Nord. Un altro dei suoi protagonisti, François Ruffin, è in ballottaggio difficile nella Somme anche con il ritiro del candidato macronista.

La maggioranza uscente fa il punto dopo la sconfitta (20,8% dei voti). Se Gabriel Attal è uno dei dieci ministri che probabilmente vinceranno domenica, altri quattro partono male e tre hanno già annunciato il loro ritiro.

– Istruzioni –

Emmanuel Macron ha affermato ai suoi ministri riuniti all’Eliseo che “nessuna voce” dovrebbe “andare all’estrema destra”, ricordando che la sinistra si era mobilitata contro la RN nel 2017 e nel 2022 permettendo la propria adesione all’Eliseo, secondo un partecipante.

Domenica, però, secondo diverse fonti ministeriali, non avrebbe dato istruzioni chiare per ritirarsi dalle urne.

Se diversi candidati del Rinascimento arrivati ​​terzi hanno già annunciato il loro ritiro, come Sylvie Casenave-Péré, arrivata terza dietro Marie-Caroline Le Pen alla Sarthe, alcuni intendono restare, convinti di avere più riserve di voti della sinistra, o che il loro ritiro favorirebbe la RN come Loïc Signor in Val-de-Marne.

La maggioranza uscente fatica a parlare con una sola voce quando si tratta di sostenere un candidato della LFI tra coloro che, come Edouard Philippe o Bruno Le Maire, non vogliono né la RN né la LFI, coloro che fanno “caso per caso” come il presidente uscente della l’Assemblea Yaël Braun-Pivet e coloro che, a sinistra, non pongono condizioni.

Più che il “progetto disastroso” del RN, questa è la linea difesa da Gabriel Attal, che ha parlato lunedì pomeriggio con i candidati in videoconferenza.

“Ci si riprende dal fallimento ma non dal disonore”, ha detto ai candidati che si sono ritirati, secondo un partecipante. Inoltre non sembra aver posto condizioni a questi ritiri.

– Grande coalizione –

Dal lato del PFN, i partiti hanno già dato istruzioni al loro candidato in terza posizione di ritirarsi. Ma per LFI, questa regola si applica solo ai casi in cui il RN è in testa. Il candidato ribelle si è quindi ritirato a favore dell’ex primo ministro Elisabeth Borne, seconda dietro alla RN nel Calvados.

Ma resta nel collegio elettorale di Gérald Darmanin che ha battuto di poco la RN. Al contrario, un candidato ambientalista si è ritirato nell’Alta Loira per favorire Laurent Wauquiez (LR) che è a soli due punti di vantaggio dalla RN.

Quando ne hanno avuto l’occasione, l’LR ha invece scelto di mantenere la propria posizione, come Maxime Minot, arrivato terzo dietro a sinistra e l’RN nell’Oise.

Prima di questi ritiri, gli istituti elettorali prevedevano un’ampia maggioranza relativa di almeno 240 seggi per le truppe di Jordan Bardella, o addirittura una ristretta maggioranza assoluta fino a 295 seggi.

L’effetto delle ritire “sarà piuttosto a svantaggio della RN”, secondo il vicedirettore generale dell’Ipsos Brice Teinturier, che prevede una maggioranza più relativa che assoluta.

In alternativa, diversi leader del campo presidenziale, come Yaël Braun-Pivet, hanno chiesto una “grande coalizione” di comunisti con LR il giorno dopo il 7 luglio.

Ma il capo del PS Olivier Faure ha rifiutato lunedì di essere “il sostituto di una maggioranza sconfitta”, ponendo le sue condizioni per un possibile “progetto maggioritario” delle “forze repubblicane”, al quale Gabriel Attal si è rivolto domenica.

Da parte di RN, Sébastien Chenu sembra qualificare la posizione del partito della fiamma, cioè che Jordan Bardella non andrà a Matignon senza la maggioranza assoluta. “Se ci sarà davvero un sostegno, ci assumeremo le nostre responsabilità davanti ai francesi”, ha dichiarato il vicepresidente della RN.

Al potere” o “unità nazionale”. Se Jean-Luc Mélenchon si è detto d’accordo con un dibattito tra i due partiti, ha escluso la propria partecipazione, riferendosi ai dirigenti della LFI.

Le elezioni legislative hanno una grande risonanza all’estero. Il primo ministro polacco Donald Tusk ha espresso preoccupazione per “una tendenza pericolosa” per l’Europa, nel contesto dell’aumento dei diritti radicali nel continente e dell’influenza russa all’interno di questi partiti.

-

PREV Vierzon: paghetta per i giovani imprenditori
NEXT Concerto dell’Orchestra Nazionale dell’Ile-de-France