La Farnesina ha comunicato una posizione più precisa della Francia riguardo al mandato d'arresto emesso contro il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, dalla Corte penale internazionale (CPI).
In un breve testo pubblicato mercoledì 27 novembre, il Quai d'Orsay annuncia che Benjamin Netanyahu e il “altri ministri interessati” da mandati di arresto potrebbero beneficiare di a “immunità”. Il Ministero degli Affari Esteri francese invoca gli obblighi previsti dal diritto internazionale ad esso collegato “immunità degli Stati non parti della CPI”come nel caso di Israele.
“Crimini di guerra” e “crimini contro l’umanità”
«La Francia rispetterà i suoi obblighi internazionali, fermo restando che lo Statuto di Roma richiede la piena cooperazione con la Corte penale internazionale (CPI) e prevede inoltre che uno Stato non possa essere obbligato ad agire in modo incompatibile con i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale»annuncia il Quai d’Orsay.
La Corte penale internazionale ha deciso di emettere, giovedì 21 novembre, mandati di arresto contro Benyamin Netanyahu, nonché contro il suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, per “crimini di guerra” e “crimini contro l’umanità perpetrati nella Striscia di Gaza, dall’ottobre 8, 2023 almeno fino al 20 maggio 2024″, il giorno in cui l'accusa ha presentato le richieste di mandato d'arresto.
La stanza “ragionevoli motivi per credere” cioè il capo del governo israeliano e l'uomo che fino a poco tempo fa ne era il ministro della Difesa “ciascuno è responsabile penalmente dei seguenti crimini come co-perpetratori per aver commesso gli atti insieme ad altri: il crimine di guerra della fame come metodo di guerra; e crimini contro l’umanità quali omicidi, persecuzioni e altri atti disumani”.
Niente impedisce alla diplomazia francese di ripetersi “l’amicizia storica che lega Francia e Israele, due democrazie impegnate nello stato di diritto e nel rispetto della giustizia professionale e indipendente”. Inoltre, il Ministero degli Affari Esteri annuncia che la Francia “Intende continuare a lavorare a stretto contatto con il Primo Ministro Netanyahu e le altre autorità israeliane per raggiungere la pace e la sicurezza per tutti in Medio Oriente”.
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