Aumento della violenza in Quebec | Abbiamo i dati, usiamoli

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Ho trascorso gran parte della mia carriera studiando le tendenze della criminalità e spiegando il significativo calo della violenza che seguì i tumultuosi anni ’70.


Inserito alle 1:52

Aggiornato alle 11:00



Marc Ouimet

Professore in pensione di criminologia

Tra le principali spiegazioni del calo della criminalità tra il 1980 e il 2010 figurano fattori quali la demografia (meno giovani), l’economia (più posti di lavoro per i giovani adulti), le attività di routine (più tempo trascorso a casa davanti allo schermo), l’istruzione (più giovani coinvolti nei programmi scolastici), la farmacologia (l’arrivo di nuovi antidepressivi), il cambiamento dei valori sociali (un aumento della tolleranza e della compassione verso i propri cari), l’implementazione di trattamenti più mirati ed efficaci per i clienti della giustizia (gestione della rabbia, tossicodipendenze), una maggiore denuncia della violenza familiare o sessuale, la progressiva scomparsa dell’uso del contante e la diminuzione dei costi per l’acquisto di apparecchiature e strumenti elettronici che rendono meno attraenti i furti con scasso.

Inoltre, gli spettacolari sviluppi della tecnologia hanno sicuramente contribuito alla diminuzione della criminalità: l’installazione di migliaia di telecamere di sorveglianza, i progressi nel DNA, l’accesso ai dati in tempo reale da parte degli agenti di polizia durante gli interventi, il monitoraggio dei nostri movimenti e delle nostre attività tramite i nostri telefoni, ecc.

Tracce più indelebili equivalgono a maggiori rischi di arresto, e quindi a una riduzione della criminalità.

Da diversi anni, però, i sondaggi e gli articoli dei giornalisti segnalano una crescente preoccupazione tra la popolazione per il proprio senso di sicurezza. E le statistiche ufficiali di Statistics Canada riflettono effettivamente un aumento significativo della violenza negli ultimi anni. La figura seguente che abbiamo sviluppato illustra le tendenze delle diverse forme di criminalità violenta in Quebec negli ultimi nove anni, con il 2013 che funge da punto di riferimento.

Tralasciamo l’andamento delle rapine, che è l’unico reato violento in diminuzione (del 33%), calo che si spiega con il progressivo abbandono dell’uso del contante, sia tra i cittadini che nei negozi.

Tutte le forme di criminalità violenta sono in aumento dal 2016 e possiamo vedere che l’aumento è iniziato prima degli anni 2020-2021, il che mette in dubbio la spiegazione “pandemica” dell’aumento.

Dal 2013, il possesso di armi proibite è aumentato del 13%, le molestie e le minacce del 23%, l’estorsione e l’ostruzione della libertà nonché le aggressioni del 28%, gli omicidi del 47% e le aggressioni sessuali nonché l’uso di armi da fuoco (impiego, puntare o scaricare), del 93%.

Da notare che le tendenze in termini di numero assoluto di reati mostrano incrementi ancora maggiori (21% per le armi, 32% per molestie, 37% per aggressioni ed estorsioni, 57% per omicidi e 107% per violenze sessuali e uso delle armi da fuoco).

Le cause

Ma come spiegare un simile aumento della violenza? Da un lato, la letteratura scientifica sul nuovo aumento, osservato nel Canada inglese e negli Stati Uniti, è scarsa. D’altro canto, i dati raccolti dalla polizia sugli eventi criminali permetterebbero almeno di identificare per quale tipo di persone, in quale tipo di situazione, si osservano aumenti significativi. I dati sono disponibili, devi solo usarli. Tuttavia, questo lavoro di analisi dettagliata non viene svolto da nessuno. In questo modo, conoscere le situazioni in aumento consentirebbe di considerare soluzioni; parlare semplicemente di edilizia abitativa o di inflazione non cambierà nulla sull’aumento finché non saremo in grado di diagnosticare il problema.

Quali sarebbero le ipotesi esplicative? Per me è improbabile che l’uso della violenza diventi più frequente di anno in anno nella stragrande maggioranza della popolazione.

Lo scenario più probabile è che si sia verificato un rapido aumento del numero di persone che si ritrovano a vivere ai margini della società.

Le ragioni possibili per uno spostamento “ai margini” sono molteplici, ma sicuramente hanno a che fare con l’esclusione economica e l’inflazione, forse con l’immigrazione, ma soprattutto con la crescita dell’abuso di sostanze e dei problemi di salute mentale. In particolare, il recente arrivo di farmaci oppioidi sintetici come il fentanil sta cambiando la situazione.

Le soluzioni

Cosa potremmo fare? Certo, dobbiamo migliorare i servizi di ultima istanza offerti ai cittadini in difficoltà, aumentare l’offerta di edilizia sociale e facilitare l’accesso alle cure per la tossicodipendenza e la salute mentale. Ma bisogna agire anche con le tante persone che resistono all’intervento – che rifiutano ogni forma di aiuto e di cura – e che commettono atti violenti, il più delle volte contro altre persone in difficoltà.

L’azione prevede il rilancio dei servizi di polizia (dando agli agenti di polizia i mezzi per agire), la riformulazione del ruolo della Commissione di revisione dei disturbi mentali e un uso più appropriato dei tribunali penali e dei servizi correzionali (che mostrano anche un sorprendente calo della popolazione carceraria negli ultimi anni).

Forse è giunto il momento di rivedere anche il sacrosanto principio secondo cui la persona deve accettare il trattamento che le viene offerto; tra l’epoca “Saint-Jean-de-Dieu” e la situazione attuale di rue Sainte-Catherine nel villaggio, c’è forse una via di mezzo. Resta il fatto che dobbiamo agire con energia per arginare questo nuovo fenomeno che crea insicurezza tra migliaia di cittadini, soprattutto tra coloro che vivono in zone economicamente svantaggiate. E questa nuova, pesante tendenza alla violenza, se non si interverrà, probabilmente continuerà.

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