Festeggia 30 anni di vita: Sudfm, la radio della gente che parla alla gente

Festeggia 30 anni di vita: Sudfm, la radio della gente che parla alla gente
Festeggia 30 anni di vita: Sudfm, la radio della gente che parla alla gente
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Sud FM, creato da Sud Quotidien, ha iniziato a trasmettere il 1È Luglio 1994. Oggi, lunedì 1È Luglio, la prima radio privata del Senegal festeggia i suoi 30 anni in tutta sobrietà. In questo articolo che racconta e ripercorre il contesto di una prima liberazione delle onde radio in Senegal, il compianto Babacar Touré ha immortalato questa data simbolica. Pubblichiamo integralmente l’articolo apparso sulle colonne di Sud Quotidien il 1È Luglio 2020 augurando BUON COMPLEANNO AI NOSTRI COMPAGNI DI “SEN RADIO”.

1È Luglio 1994. Il lancio vero e proprio, cioè l’inizio della messa in onda dei programmi, avviene il 1°È Luglio 1994 quasi un anno dopo la concessione della frequenza e della concessione di trasmissione. La svalutazione del franco CFA è avvenuta lì, sconvolgendo le nostre previsioni. Amadou Makhtar Mbow, ex direttore generale dell’UNESCO, la signora Viviane Wade, moglie di Abdoulaye Wade, e Jessica Mbow Sarr, madre di Samuel A. Sarr, “hanno acceso l’antenna”.

Perché questi tre? Io Wade e Samuel Sarr erano allora in carcere in seguito all’assassinio del vicepresidente del Consiglio costituzionale Babacar Sèye, nel quale erano stati citati, arrestati e incarcerati. Ingiustamente? Un modo per dare loro la giustizia che gli era stata negata. Almeno così credevamo allora! Per dieci giorni buoni abbiamo istruito la signora Wade sul messaggio in wolof che dovevamo registrare il giorno in cui l’antenna è partita.

Per quanto riguarda Amadou Makhtar Mbow, la scelta fatta su di lui era ovvia ai nostri occhi. Grande promotore della scienza, dell’educazione, della cultura, sostenitore di un Nuovo Ordine Mondiale dell’Informazione e della Comunicazione (Nomic), lasciò il suo incarico in seguito alle manovre americane, abbandonate dal suo stesso Paese. Il Sud, nato a favore di questa dottrina, sentì l’obbligo di rendere il meritato omaggio a questo degno figlio dell’Africa. Essendo la cultura per la mente e l’anima ciò che il cibo è per il corpo, l’ancoraggio di Sudfm nella sua promozione non è mai stato criticato. Si è ulteriormente riaffermato con l’avvento della radio, che questa settimana celebra il suo 26° anniversario.

Abdoulaye Wade e i suoi compagni di sventura usciranno di prigione in tempo per presenziare all’inaugurazione ufficiale. Avevamo voluto attendere il loro ampliamento per l’inaugurazione ufficiale, proprio per difendere e illustrare il carattere decisamente pluralista di questa piattaforma democratica, che avevamo lanciato sei mesi prima, nel luglio 1994.

12 gennaio 1995. Inaugurazione “ufficiale” del primo canale radiofonico privato senegalese trasmesso in banda FM. Una cerimonia popolare impreziosita dalla presenza di personalità come Monsignor Hyacinthe Cardinal Thiandoum, la Guida della Tidianya Abdou Aziz Sy (Junior) poi portavoce e futuro Khalif Generale delle Tidianes, il Grand Serigne di Dakar, Bassirou Diagne Marème Diop e tutti quant’altro Il Senegal ha in termini di leader, cittadini anonimi, piccole persone, tutte le attività combinate o nessuna attività.

Tre dei quattro capi di Stato dei paesi membri dell’Organizzazione per lo Sviluppo del Fiume Senegal (OMVS) sono presenti a questa cerimonia che si apre con l’esposizione dei “prodotti” del gruppo del Sud, dei suoi vari titoli dell’epoca , ripercorrendo il suo viaggio atipico che ha infranto molti codici e monopoli. Lansana Conté, presidente della Repubblica di Guinea, si è ritirato all’ultimo momento perché gli è stato detto che il capo della radio era amico di Alpha Condé, suo irriducibile e accanito oppositore. Questo è il motivo per cui non si è unito ai suoi omologhi Alpha Oumar Konaré del Mali, Maaouiya Ould Sid’Ahmed Taya della Mauritania e Abdou Diouf del Senegal.

Un’iniziativa del tutto nuova, realizzata in collaborazione con l’Associazione degli Artisti Visivi del Senegal, avrà lasciato il segno. Viyé Diba, presidente dell’Associazione degli Artisti Visivi, ha selezionato opere di diversi pittori per rivestire l’immenso salone e le pareti del quinto piano dell’edificio Fahd che ospita la sede della Sud Quotidien, promotore e “conduttore” della radio Sudfm. Successivamente, Viyé Diba, continuerà a valorizzare il ruolo del Sud nella promozione dell’Arte e degli artisti, perché oltre a quanto fatto sui nostri vari media, avevamo acquistato, a prezzo di costo, tutte le opere dei diversi artisti che hanno partecipato a la mostra il giorno della cerimonia di inaugurazione del Sudfm.

Terminata la visita alla mostra e agli studi, mentre gli ospiti ritornano negli stand per i consueti discorsi, tra due porte esce un trio di gay, esalando profumi fragranti, una miscela di brandy, tabacco da pipa, estratti di piante erbacee (psicotropi ). Joe Ramangelisa Samb alias Issa, alias Joe Ouakam, figura emblematica della pop’art, nello stile di Andy Warhol, divenuto iconico, Djibril Diop Mambety, il dandy-bohémien di Colobane con la macchina fotografica ambulante, prefigurazione di Spike Lee di “ Jungle Fever” ”, orafo della satira sociale ed erede di Yaadikone, il bandito del cuore che prendeva dagli abbienti per soddisfare i bambini diseredati, Ibou Diouf, il poeta del pennello, il bambino viziato, dotato in Estetica, figlioccio di Senghor e musa ispiratrice del Scuola di Dakar.

La trilogia di Mambety di piccole persone sotto l’ombrello di mostri sacri che non possono più sezionare e incarnare la marginalità. Così facendo, finiranno per reinventare le principali leggende metropolitane, incarnate sia dalla loro prassi che dalla loro immagine proiettata e impresse in modo duraturo nell’immaginario dei loro contemporanei.

Comprendiamo quindi la reazione allegra e un po’ divertita del presidente Abdou Diouf, quando il nostro Joe Ouakam lo ha afferrato per una manica della giacca per parlargli di questioni culturali e dello sviluppo degli spazi dedicati alle Arti e alla Cultura. Ovviamente i capi di Stato e le loro delegazioni nonché gli invitati, tutti fermi, hanno osservato questa scena ugoliana brulicante di personaggi segnati dal romanticismo e dall’eclettismo della natura umana.

Dopo questo scambio, Abdou Diouf, rispondendo alle domande simpaticamente irriverenti dei nostri provocatori, si è voltato per chiedere al conduttore della giornata di contattare la sua segreteria per un’udienza con la Presidenza della Repubblica. Poi abbiamo potuto tornare in tribuna. In realtà il trio era più un quartetto, poiché della spedizione, è vero, faceva parte una grande appassionata d’arte, Madame Bintou Niang, moglie Cissé, dal nome dell’architetto urbano, regista, produttore e uomo di cultura, Nicolas Sawalo Cissé, autore di un film sulla discarica di Mbeubeuss, con protagonista una certa Ramangelisa.

Un’altra storia di piccoli uomini, maestri nell’arte dell’intraprendenza per trasformare la spazzatura in “oro duro”. Un’altra storia di ragazzini degli slum vittime di bullismo da parte del grande Yadi (per Yadikone, quello miracoloso!), sopravvissuto di fratelli non sopravvissuti, erroneamente paragonato al Robin Hood della foresta inglese di Sherwood, eroe della narrativa del Medioevo inglese che derubava i ricchi per dare ai poveri.

Grand Yadi, o Ndiaye Yadi per i suoi parenti, vero nome Babacar Ndiaye, esisteva effettivamente e si ritirò nella località di (campo) Nguekokh, nell’attuale dipartimento di Mbour. Gli è stata dedicata anche una memoria sul tema del “banditismo sociale”. Bintou, collezionista ed esperto gallerista, aveva individuato un magazzino nella zona del porto che potesse ospitare quello che diventerà lo spazio Vema.

Il D-day, quello dell’incontro con Abdou Diouf come Presidente della Repubblica, è stato ricco di eventi. Dovevo “recuperare” Ibou Diouf al “Midi”, una sorta di secondo editoriale per i legionari del sud che annoveravano nelle loro fila feroci Amazzoni. Siamo in una situazione familiare, cioè ansiogena, con questa sensazione indefinibile che può provare qualcuno caduto sull’orlo del precipizio, “inconsapevolmente e di propria spontanea volontà”.

Credo, se la memoria non mi inganna, che sia stato Ibou Diouf a presentarsi al “Midi”, in maniche di camicia, esponendo la “verticale”, punto di osservazione ed elevazione, asse di creazione (sic). Una telefonata dall’ufficio mi ha fatto capire che Issa-Joe Ouakam ci aspettava a Bilboquet, a due passi tra il suo rifugio e la Presidenza della Repubblica. Ci incontrerà lì dopo aver unito le forze con Djibril, come si è rivolto a lui con complice affetto.

Anche lui, a quanto pare, non era una persona mattiniera e ha dovuto requisire una canoa per raggiungere Dakar e il centro città dalla sua isola residenziale di Ngor. È stata una notte lunga e impegnativa per gli assetati di cultura underground! Bintou, un ottimo amico, rimase distinto e premuroso.

Avrete capito che tutte queste avventure hanno inghiottito il tempo e che l’ora dell’udienza ci ha trovati nelle riunioni, vicino alla casa militare, di fronte alla residenza del Capo dello Stato, camminando con passo da senatore, indifferenti alla puntualità e al metronomo -come il rigore del discepolo di Senghor, dal quale eravamo diretti.

Dopo aver negoziato alla porta, eccoci a passeggiare per il santuario della Repubblica, gesticolando e chiacchierando distrattamente, salendo le scale con passo incerto. Come se si fossero dati la parola, i funzionari della presidenza erano, chi alle finestre dei loro uffici, chi nei corridoi, ansiosi di non perdere nessun momento del nostro pittoresco e per lo meno insolito viaggio in questi luoghi solenni .

Una specie fuggita da un serraglio? Trovatori che divertono la gallery per i regali di Gennaio? Lo spettacolo era garantito, anche se la presenza di Bintou ha dato un po’ di compostezza alla troupe. Ma continuiamo. L’usciere ci aveva appena fatto entrare quando Djibril allargò le braccia come per implorare il cielo. Infatti è stato per avvolgere il nostro esile presidente che, stando al gioco, ha fatto altrettanto per l’abbraccio di questa straordinaria riunione. Poiché c’è qualcosa per uno, c’è qualcosa per tre. Binetou e io ci siamo attenuti ai gesti – barriere del distanziamento protocollizzato.

Conversazione vivace. Issa, più familiare con Diouf, lancia l’attacco. Fabienne Diouf ha condiviso con Joe Ouakam uno spazio abitativo che era allo stesso tempo privato, artistico (per Joe) e commerciale per la figlia del presidente. Djibril segue e ricorda le promesse non mantenute dal Ministero della Cultura. Abdou Diouf, placido, si svolge. È stato il turno di Ibou e sono dovuto venire in soccorso di Bintou, che era notevolmente riservata, affinché potesse esporre le sue preoccupazioni al capo dello Stato.

Mentre non ce lo aspettavamo affatto, Issa si è alzato all’improvviso ed è andato a mettersi vicino alla finestra dell’ufficio presidenziale. Ci ha lasciato lì senza che sapessimo perché. Era semplicemente imbronciato. Ho dovuto negoziare il suo ritorno nella sala del presidente che gli ha parlato con gentilezza e dolcezza. In questa occasione è stato presentato al presidente Diouf il progetto Sandaga, un centro culturale e zona pedonale dell’Africa occidentale, che è rimasto conquistato dall’iniziativa.

Durante questa audizione sono state affrontate questioni importanti nel campo del cinema, dell’arte, insomma della cultura e degli impegni assunti. Solo uno si è concretizzato. Joe aveva protestato proprio contro questa abitudine dei nostri leader di non tradurre in realtà le politiche annunciate. Ciò era insopportabile per creatori e imprenditori culturali conosciuti e riconosciuti in tutto il mondo, senza che il proprio Paese ne seguisse l’esempio. Il seguito gli ha dato ragione.

Di Babacar Touré

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