È questa la fine degli intermediari del mercato all’ingrosso? [INTÉGRAL]

È questa la fine degli intermediari del mercato all’ingrosso? [INTÉGRAL]
È questa la fine degli intermediari del mercato all’ingrosso? [INTÉGRAL]
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“Dobbiamo ammettere che abbiamo raggiunto un punto in cui il modo di gestire i mercati all’ingrosso esistenti ha raggiunto i suoi limiti. Non può dare più di quello che ha dato. Più di un anno fa, quando l’impennata dei prezzi dei prodotti alimentari raggiunse livelli storici, il ministro degli Interni, Abdelouafi Laftit, dichiarò, alla Camera dei Rappresentanti, che lo stile di gestione dei mercati all’ingrosso doveva essere abbandonato”. Con questa dichiarazione Laftit si è unito al parere di diverse istituzioni nazionali, tra cui il Consiglio economico, sociale e ambientale (CESE), che da anni chiede una serie di misure per organizzare i circuiti di commercializzazione dei prodotti agricoli, al fine di avere un impatto positivo sul livello dei prezzi. Il principio è semplice: accelerare la riforma dei mercati all’ingrosso adottando un sistema aperto alla concorrenza e condizionato dal rispetto delle specifiche, mettendo in atto al contempo un quadro normativo preciso e applicabile che chiarisca il funzionamento interno dei mercati, il sistema delle royalties e le condizioni ammissibilità dei partecipanti a livello della catena di commercializzazione. Venerdì scorso, l’inizio di questa revisione strutturale ha visto la luce con l’adozione del progetto di decreto n. 2.23.920 che attua la legge n. 37.21 che adotta misure specifiche relative alla commercializzazione diretta di frutta e verdura prodotta nell’ambito dell’aggregazione agricola .

Finalmente la fine del tunnel

Presentato al Consiglio di Governo dal Ministro dell’Agricoltura, della Pesca marittima, dello Sviluppo rurale e delle Acque e Foreste, Mohamed Sadiki, il presente progetto di decreto interviene in applicazione delle disposizioni della citata legge, in particolare quelle volte a fissare le condizioni di concessione, di rinnovo e revocando l’autorizzazione prevista dall’articolo 1 e consegnata all’aggregatore interessato per commercializzare direttamente i prodotti ortofrutticoli prodotti nell’ambito di progetti di aggregazione agricola, senza l’obbligo di passare attraverso i mercati all’ingrosso. Un disegno di legge simile è stato adottato nel 2021 da del precedente governo, ma che non è mai stata applicata sul campo, perché “gli anelli della catena del marketing non sono ben organizzati”, ci ha detto un funzionario governativo, parlando a condizione di anonimato. Ciò detto, il ministro delegato per i rapporti con il Parlamento, portavoce del governo, Mustapha Baitas, si è rallegrato per questo passo compiuto dall’Esecutivo, affermando che questa iniziativa mira a garantire l’apertura “in via eccezionale” del settore al fine di riformare, regolamentare e riabilitare i mercati all’ingrosso. Un approccio che in linea di principio consentirebbe agli agricoltori di evitare di passare attraverso intermediari. “Gli agricoltori sono costretti a passare attraverso una catena di intermediari così grande che gonfia i prezzi”, ci dice Rachid Benali, presidente di COMADER, aggiungendo che nella situazione attuale, l’agricoltore ha meno margine di manovra per intervenire in modo totale catena e struttura dei prezzi. Ma il decreto approvato dal governo ravviva le speranze degli addetti ai lavori.

Più chiaramente, questo progetto mira a consentire agli aggregatori, sulla base di licenze, di commercializzare i loro prodotti senza necessariamente passare attraverso i mercati all’ingrosso, ha dichiarato Baitas, che non ha mancato di specificare alcune condizioni, tra cui l’attuazione dell’istituzione di una commissione centrale che riunisca i dipartimenti interessati da questo progetto e che saranno responsabili dello studio delle richieste. “Una volta ottenuta l’approvazione, le commissioni regionali procederanno al controllo della qualità dei prodotti e della loro conformità alle condizioni previste dal decreto”, ha aggiunto, sottolineando che le licenze verranno successivamente prorogate o ritirate secondo quanto previsto scadenze. «D’altronde ci vuole un po’ di tempo per poter osservare gli effetti reali di questa decisione», ci dice Benali, perché prima di tutto devono essere messe in atto tutte le strutture necessarie per questa riforma. “Si tratta in questo caso di unità di confezionamento con stazioni di refrigerazione”, sottolinea il presidente di COMADER, precisando che gli aggregatori devono prepararsi logisticamente e praticamente. C’è quindi tutto un ecosistema da sviluppare che andrà a vantaggio anche degli agricoltori, a patto di eliminare un numero considerevole di intermediari, “il che avrà automaticamente un impatto sui prezzi dei prodotti alimentari e quindi sul potere d’acquisto dei consumatori », osserva Rachid Benali.

Fine dell’anarchia?

Questo progetto governativo limiterà sicuramente le disfunzioni che rallentano il funzionamento dei mercati all’ingrosso, in particolare la predominanza delle vendite informali e un’intermediazione eccessiva e poco controllata che incoraggia la speculazione e la proliferazione dei partecipanti. Pratiche che penalizzano produttori, consumatori e tutta la filiera agricola. Tuttavia, gli operatori contattati da “L’Opinion” non sono rassicuranti, poiché ritengono che la riforma del mercato non riuscirà a superare gli intermediari sui mercati all’ingrosso. Il parametro della trasparenza è cruciale, secondo loro, per affrontare con successo le sfide del mercato. In questo senso il CESE si pronuncia a favore della digitalizzazione dell’intero processo agricolo dal campo alla tavola. Si chiede quindi di accelerare la trasformazione digitale della commercializzazione dei prodotti agricoli, in particolare attraverso la progettazione di piattaforme digitali che consentano agli agricoltori, da un lato, di accedere istantaneamente ai dati sui prezzi reali, per negoziare meglio con tutti i partecipanti alla catena di commercializzazione e, dall’altro, di vendere direttamente parte dei loro prodotti. Una missione difficile per “un settore basato sul settore informale”, secondo Rachid Benali, presidente del COMADER, il quale osserva che il monitoraggio dei prodotti agricoli sarebbe rivoluzionario, salvo che bisognerebbe trovare il meccanismo giusto per farlo. Dal punto di vista degli analisti del CESE, è importante rafforzare la frequenza delle operazioni relative al controllo dei prezzi e al rispetto della concorrenza, per combattere efficacemente le pratiche speculative nei diversi settori interessati dall’aumento dei prezzi, senza dimenticare di istituire un sistema “Prezzi e osservatorio del margine”.

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