Ricard, un successo “made in Marsiglia”

Ricard, un successo “made in Marsiglia”
Ricard, un successo “made in Marsiglia”
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Marche: le star dell’estate, la serie estiva LSA!

Da Quechua a Opinel passando per Campingaz, Polaroid e Obut, LSA vi offre l’opportunità di (ri)scoprire la storia dei marchi per tutta l’estate. Il 1° luglio la redazione si apre con Ricard, un successo “made in Marsiglia”. Un suggerimento, un aneddoto, una domanda? Non esitate a contattare la redazione.

La natura detesta il vuoto. Se l’assenzio è vietato, cosa fare? Cosa bere? Nel 1915 la Francia vietò la vendita e il consumo di assenzio. Il tujone, un allucinogeno neurotossico contenuto nella pianta dell’assenzio, viene poi accusato di far impazzire la gente. Siamo nel mezzo della Prima Guerra Mondiale. I francesi certamente hanno pesci più grossi da friggere che preoccuparsi di ciò che si butteranno in gola. Il tempo degli alessandrini declamati da qualche febbrile poeta al celebre “ fata verde ” – O ” blu “, non sappiamo più veramente quando stiamo abusando.

Dopo la guerra, invece, la questione si ripropone. E un uomo, vicino a Marsiglia, si sta impegnando per trovare una soluzione. Il suo nome ? Paolo Ricard. Bisogna immaginarlo impegnato dietro i suoi ancora, moltiplicati esperimenti. Se mescolo questa pianta aromatica con un’altra cosa succede? E infine, un bellissimo giornoautunno 1932, viene trovata la giusta combinazione. Una sapiente miscela di anice stellato, anice verde e liquirizia.

Un successo immediato fin dalla creazione nel 1932

La storia non dice se pianse” Eureka » ma dice, invece, che trovò presto il nome da dare a questa nuova bevanda: va per pastis, dalla parola provenzale che significa farinata o miscuglio, per dire bene le cose. Il successo fu immediato: in otto mesi, narra la leggenda, Paul Ricard vendette già 250.000 bottiglie della sua rivoluzionaria scoperta.

La seconda guerra mondiale, tuttavia, fermò la produzione di Ricard, la cui vendita fu vietata. Non importa, Paul Ricard si è diversificato dedicandosi all’agricoltura acquistando la tenuta Méjanes, situata in Camargue. Lo produce, tra l’altro, nei 1.200 ettari della tenuta, un’area specializzata nella coltivazione del riso, nell’allevamento e nella produzione di frutta e verdura.

Autorizzato nuovamente nel dopoguerra, il Ricard ritornò sugli scaffali e sul “ piccolo giallo » diventa popolare, ben oltre le sue radici provenzali. Al punto da diventarne addirittura il simbolo, donando a questa bevanda un po’ di aria e di grande sapore di Provenza.

La terza generazione al potere

Gli anni ’60 e ’70 furono quelli della crescita, sulla scia di una Francia dei Trent’anni gloriosi che scoprì le gioie del consumo in tutte le direzioni. Nel 1975, il gruppo Ricard si allea con Pernod, un altro grande nome dei vini e degli alcolici. Il catalogo dei marchi continua a crescere e ad espandersi: Absolut, Ballantine’s, Chivas, Malibu, Jameson, tutti questi marchi, e altri, appartengono al gruppo. Insomma, più di 240 artigli ma torniamo sempre a uno solo, emblematico e patrimonio: Ricard. Colui che crea la fama e la leggenda.

Nel 1978, Paul Ricard, 69 anni, cede le redini dell’azienda a suo figlio Patrick. Dopo la morte di quest’ultimo, nel 2012, e da quella data lo è Alessandro Ricard, suo nipote, rappresentante della terza generazione, che presiede alle sorti dell’impero familiare. E il “piccolo giallo” resta un prodotto di punta. E non solo estate.


Nelle date


  • 1932 Paul Ricard crea pastis

  • 1975 Ricard e Pernord uniscono le forze per formare un unico gruppo

  • 1978 Paul Ricard cede le redini al figlio Patrick

  • 2012 Morte di Patrick Ricard, sostituito alla guida dell’azienda dal nipote Alexandre Ricard

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