1996, una quarantina di bambini tornano in Ruanda dopo i massacri

1996, una quarantina di bambini tornano in Ruanda dopo i massacri
1996, una quarantina di bambini tornano in Ruanda dopo i massacri
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Poco dopo le 21:00 dell’8 luglio 1996, un Boeing 707 noleggiato dal Ministero degli Affari Esteri decollò dall’aeroporto di Châteauroux diretto alla capitale del Ruanda, Kigali. Un volo notturno, una decina di ore, per riportare nel loro Paese quarantasei bambini ruandesi, esfiltrati lontano dai massacri dell’aprile 1994, trent’anni fa.

Il 6 aprile 1994 l’aereo del presidente Juvénal Habyarimana fu abbattuto, dando inizio a un genocidio durato tre mesi contro la popolazione tutsi del paese. L’esercito francese ha evacuato i settantadue bambini hutu e tutsi dall’orfanotrofio di Masaka. Li accompagnano una trentina di giovani ruandesi dai 16 ai 25 anni. “Eravamo in pericolo, […] Ci è già stato detto che noi [viendrait] cerca domenica sera (10 aprile)i figli dei tutsi, che avrebbero ucciso i più piccoli”racconta suor Edith Budynek, direttrice dell’orfanotrofio, alle 20:00. TF1 del 2 giugno 1994.

Gli orfani sono affidati al consiglio generale del Loiret e all’associazione Loiret-Ruanda da parte del Ministero degli Affari Sociali. Sono arrivati ​​il ​​25 maggio 1994 al Château du Rondon, a Olivet, dove sono stati ospitati per due anni.

L’8 luglio 1996, solo 46 dei 72 bambini fecero il viaggio di ritorno da Châteauroux. I 26 bambini rimasti in Francia necessitavano di cure mediche, erano in fase di adozione nell’ambito di una procedura prebellica o avevano parenti in Francia, come indicato all’epoca La Nuova Repubblica. I giovani che li accompagnavano hanno chiesto lo status di rifugiato politico.

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