Tasse danesi… scoregge di mucca, sciocchezze ecologiche e agricole

Tasse danesi… scoregge di mucca, sciocchezze ecologiche e agricole
Tasse danesi… scoregge di mucca, sciocchezze ecologiche e agricole
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Quando si parla di ecologia, tutto va bene. La prova è stata fornita dalla Danimarca. Il governo danese e i rappresentanti degli agricoltori locali hanno concordato di introdurre una tassa sui gas serra emessi dal bestiame. In altre parole, si prevede di creare una tassa sull’eruttazione e sulla flatulenza di bovini, ovini e suini.

Questi animali, che hanno la capacità di digerire l’erba, lo fanno grazie ai batteri presenti nel loro stomaco. Degradano la cellulosa vegetale attraverso la fermentazione, che porta alla produzione di metano, un gas che contribuisce all’effetto serra. A causa di questo fenomeno, nel corso di un anno, una mucca produce in media l’equivalente di sei tonnellate di anidride carbonica (CO2).

Agricoltori presi di mira…

Una produzione che costerà cara agli agricoltori danesi. Entro il 2030 dovranno pagare 300 corone (circa 40 euro) per tonnellata di anidride carbonica equivalente, poi 750 corone (100 euro) a partire dal 2035. Per gli allevatori con grandi allevamenti, i conti saranno salati. Potrebbero addirittura mettere in pericolo le loro aziende agricole.

Per Bruno Cabrol, allevatore di un centinaio di vacche da latte nel Tarn, se arrivasse in Francia, “Si tratta di una misura che potrebbe far ammalare e affondare più di un agricoltore”. Aggiunge : “Il problema non è la mucca ma come viene allevata. » Lui ne sa qualcosa, dato che ha modificato l’intera attività della sua fattoria per renderla più ecologica.

Dopo anni di agricoltura fuori suolo, i suoi animali sono stati reinseriti nell’ecosistema, pascolano e stanno stabilmente all’aperto. Per lui niente più fertilizzanti, grandi macchinari e il carburante che li accompagna. Meglio: grazie a tutte le pratiche agroecologiche che ha messo in atto, lui “intrappola 10 volte più carbonio di quanto producono le mucche”, sono un bene ecologico. Considerato ciò che fa e sperimenta quotidianamente, la tassa danese gli sembra ovviamente inappropriata e inefficace.

…con una misura senza fondo

Secondo lui, la creazione di una tassa non è una buona soluzione, “dobbiamo rivedere l’intera copia”. Lui spiega : “Negli anni ’50 le aziende agricole furono semplificate separando il bestiame dalle colture. Permetteva di fare volume, ma i margini erano bassi e inquinava. » Aggiunge : “Con un’attività agricola mista, c’è meno volume ma anche meno investimenti da fare, più margine e un impatto positivo sulla natura. » Con questo sistema, il pianeta e gli agricoltori ne traggono beneficio.

Bruno Cabrol si batte affinché il CNRS e l’INRAE ​​effettuino studi su questa modalità di sfruttamento, ma anche perché diventi più popolare. È convinto che sia meglio fornire soluzioni piuttosto che imporre sanzioni. Come smentirlo, a pochi mesi da una crisi agricola senza precedenti che ha dimostrato come gli agricoltori francesi si trovassero in situazioni finanziarie poco invidiabili?

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