Quattro anni dopo la scomparsa di Chantal Mellet, suo marito Frédéric sarà presentato davanti a un tribunale penale?

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Il caso Chantal Mellet avrà presto il suo epilogo, quattro anni dopo la scomparsa dell’allevatrice di capre di Joigny? Nulla è meno certo, mentre suo marito Frédéric, il principale sospettato, continua a proclamarsi innocente dal carcere di Auxerre. Presto il giudice istruttore incaricato del caso potrebbe decidere: ordinare l’archiviazione del caso o chiedere il rinvio del cinquantenne alla corte d’assise dell’Yonne.

Sono passati ormai quattro anni, dal giorno in cui, martedì 2 luglio 2024, Chantal Mellet, allevatrice di capre a Joigny, è scomparsa senza lasciare traccia. Quattro anni di indagine condotta dalla sezione di ricerca di Digione. Quattro anni durante i quali il corpo del cinquantenne non è mai stato ritrovato, nonostante la perquisizione di decine di stagni, le perquisizioni nel giardino con l’utilizzo di una pala meccanica e l’intervento di cani esperti nella ricerca del cadavere.

Custodia cautelare in corso

Nel corso dei mesi, la “scomparsa inquietante” si trasformò in un “omicidio” e il marito della donna scomparsa, Frédéric Mellet, passò dallo status di vittima a quello di principale sospettato. Al punto da essere incriminato e posto in custodia cautelare, per omicidio, il 20 maggio 2022.

Ancora oggi detenuto dietro le sbarre nel carcere di Auxerre, ha continuato a proclamare la sua innocenza in questa vicenda. Dopo la sua incarcerazione, tutte le sue richieste di rilascio sono state respinte.

premio Prorogata di sei mesi la detenzione di Frédéric Mellet, imputato dell’omicidio della moglie nell’Yonne

Un trattamento denunciato, in primavera, dal suo avvocato Me Frank Berton. “Ci chiediamo perché la sua detenzione sia prolungata. Perché sosteniamo che non ha alcuna accusa a suo carico e che quest’uomo è innocente, come continua a dire.” Secondo le nostre informazioni, le incongruenze riscontrate nel corso della mattinata avrebbero giocato contro l’indagato.

Il 50enne ha già scontato poco più di 25 mesi di custodia cautelare, la cui durata massima è di tre anni in caso di reato. La Camera d’inchiesta può ulteriormente prorogare questo termine di due periodi di quattro mesi.

Nel caso di Frédéric Mellet, il termine è quindi fissato tra il 20 maggio 2025 e il 20 gennaio 2026 (in caso di esecuzione delle due proroghe). Ma secondo le nostre informazioni, la Procura di Auxerre vorrebbe archiviare il caso ben prima di allora. E presentare Frédéric Mellet prima della fine del 2024 davanti a un tribunale penale.

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La possibilità di licenziamento?

Per questo è ancora necessario che il giudice Khadijatou Konaté, incaricato del caso, chiuda le indagini. Il tempo stringe, soprattutto perché è chiamata ad altre funzioni. “Quando sarà il momento, invierà un ordine di comunicazione, ai fini della transazione”, decifra il pubblico ministero di Auxerre Hugues de Phily. A quel punto, l’accusa emetterà un atto d’accusa definitivo: “o l’archiviazione del caso, o un rinvio alla Corte d’assise”.

Il primo caso significherebbe che per il giudice non ci sono accuse sufficienti contro Frédéric Mellet. L’ordinanza di archiviazione comporterebbe la destituzione del giudice istruttore, la liberazione di Frédéric Mellet (che potrebbe avviare un procedimento di risarcimento se la decisione diventasse definitiva, avendo la parte civile dieci giorni per ricorrere) e la restituzione degli oggetti sequestrati. L’affare Mellet si aggiungerebbe quindi al ventaglio di casi irrisoltiquesti casi irrisolti dalla giustizia.

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Nel secondo caso, Frédéric Mellet sarebbe presentato davanti alla corte d’assise dell’Yonne. Sarebbe stato processato per omicidio e avrebbe dovuto affrontare trent’anni di reclusione penale. Il tribunale potrebbe dichiararlo colpevole o assolverlo. Nel frattempo resta presunto innocente rispetto alle accuse mosse contro di lui.

Secondo quanto riferito, Chantal Mellet, una lavoratrice agricola di 54 anni, è stata vista l’ultima volta la mattina del 2 luglio 2020 da suo marito, nella loro casa, situata sulla Route de Longueron a Joigny. L’allevatrice di capre è poi scomparsa, “lasciando il telefono e la carta di credito”, secondo l’indagato.

Tommaso Ribierre

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