Nella tournée precedente aveva iniziato il suo spettacolo con un cortometraggio proiettato sul grande schermo. Questa volta gioca con la luce per apparire in un secondo, come un lampo, in mezzo ai suoi sei musicisti tutti in fila. “Ho visto la luce” è il primo titolo in cui cita in particolare la sua scoperta dello slam, questa tradizione orale nei caffè, che gli ha cambiato la vita. Un brano tratto dal suo ultimo album “Reflections” Come “lo specchio dell'altro”, spiega a mo' di buonasera. “Quali sono le riflessioni di questa sera?”, chiede l'artista illuminando la stanza. Giovani, anziani, bei ragazzi, persone molto strane. » Prima di aggiungere il soggetto: “e tu, hai un grande riflesso un po' distorto sul palco”. Continua con “Saggezza” perché il tempo passa e Fabien Marsaud, il suo vero nome oggi ha 47 anni, non è ancora un vecchio pazzo ma è invecchiato fin dalle prime rime di “Saint-Denis” di vent'anni fa. Uno schianto sulla sua città ormai tinta di ottoni sul palco che non suonava in concerto da un po'. “Ora sono parigino”, dice, quasi imbarazzato nell'assumere una delle ultime rime del pezzo: “Spero di averti convinto. E a quello che mi chiama parigino gli infilo la stampella nel collo…” Scoppi di risate nella sala…
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