Convinto che i suoi soci stiano cercando di impantanarlo in complicazioni legali, Samuel Sarr, lungi dal cedere, ha optato per una risposta muscolare. Affidandosi al suo avvocato, Me Baboucar Cissé, ha adottato una strategia senza compromessi, ispirata al noto metodo “gatsa-gatsa”. L’imprenditore senegalese ed ex ministro dell’Energia sotto la presidenza Abdoulaye Wade annuncia una serie di denunce, secondo L’Observateur che riporta la notizia.
La prima riguarda un’accusa di usurpazione di titolo mossa contro l’imprenditore Moustapha Ndiaye. Secondo Samuel Sarr, quest’ultimo non sarebbe più presidente del consiglio di amministrazione (PCA) di West African Energy dal 3 febbraio 2024. In quella data sarebbe stato sostituito dall’ex direttore generale di Senelec, Papa Demba Biteye , il quale, a sua volta, cedette questa funzione all’attuale capo dell’azienda, Papa Toby Gaye.
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Ma Samuel Sarr non si ferma qui. Le sue denunce riguardano anche altri attori che accusa di falsificazione e uso di falsificazioni in scritture private e di associazione a delinquere. Tra gli implicati figurano il revisore dei conti Makha Sy, Abdoulaye Dia della società Senico e Tahirou Mbaye, rappresentante della società Mazars. Con questa controffensiva, Samuel Sarr sembra voler non solo difendere la sua posizione, ma anche riprendere il controllo in una situazione di stallo in cui ciascuna delle parti rivendica la propria legittimità. Resta da vedere se questa escalation legale consentirà di districare i nodi di una controversia in cui questioni finanziarie e strategiche si mescolano con ambizioni personali.
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