La Francia deve arrestare Netanyahu se visita il suo territorio, dice Dominique de Villepin

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AA / Parigi / Feïza Ben Mohamed

La Francia dovrà applicare il mandato d'arresto della CPI (Corte penale internazionale) se Benyamin Netanyahu si reca nel suo territorio, ha detto lunedì l'ex primo ministro Dominique de Villepin in un'intervista a BFMTV.

Invocando il cessate il fuoco, quest’ultimo ritiene che “le azioni di Israele” vadano nella direzione di “una colonizzazione di Gaza”.

“Abbiamo tutta una serie di azioni per fare pressione su Israele e la giustizia internazionale deve applicarsi a tutti”, ha affermato.

Queste dichiarazioni fanno eco a quelle che aveva già fatto sabato sera su “ 2” all'ex primo ministro Elisabeth Borne.

Dominique de Villepin ritiene infatti che Israele “deve rendere conto alla società internazionale” della situazione a Gaza.

“La particolarità di Gaza è che è assediata, quindi dobbiamo, in un dato momento, forzare le porte, aprire le porte, è un dovere assoluto”, ha detto.

Ha invitato la comunità internazionale ad agire, “malgrado il silenzio assordante e l'invisibilità di ciò che accade a Gaza” e ha sottolineato, a tal fine, che “i giornalisti vengono presi di mira e assassinati” per impedire la diffusione delle immagini.

“Non è bombardando i territori in tutte le direzioni che abbiamo la possibilità di liberare gli ostaggi, e sappiamo perfettamente cosa bisogna fare per ottenere la liberazione degli ostaggi”, ha continuato.

Secondo Dominique de Villepin, la comunità internazionale “ha l'obbligo di sapere cosa sta succedendo” e “non può lasciare all'oscuro un territorio di 365 km2 da cui non si può uscire” e in cui la popolazione è “assediata” e “non avere abbastanza per nutrirsi”.

E continua: “La Corte Internazionale di Giustizia ci ha detto, qualche mese fa, che esiste il rischio di genocidio”.

Come promemoria, queste dichiarazioni arrivano mentre la Corte penale internazionale (CPI) ha emesso giovedì mandati di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della difesa Yoav Gallant per crimini di guerra e crimini contro l’umanità perpetrati nella Striscia di Gaza.

La guerra lanciata da Israele contro la Striscia di Gaza in seguito all’attacco del 7 ottobre ha già provocato più di 44.000 morti, in grande maggioranza donne e bambini, e più di 104.000 feriti.

Questo secondo anno di genocidio a Gaza è stato oggetto di una crescente condanna internazionale, con personalità e istituzioni che definiscono gli attacchi e il blocco della consegna degli aiuti un tentativo deliberato di distruggere una popolazione.

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