Dole. Ha riaperto il barcone “La Spera”: “Avevamo parecchia gente…”

Dole. Ha riaperto il barcone “La Spera”: “Avevamo parecchia gente…”
Dole. Ha riaperto il barcone “La Spera”: “Avevamo parecchia gente…”
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Julien Berrier

pubblicato su

29 giugno 2024 alle 8:00

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“Siamo già venuti ieri, siamo qui oggi e Vi assicuro che ritorneremo », sorride Pascale che questo tardo pomeriggio si sta godendo un piccolo aperitivo con il suo compagno Thierry sul ponte di “La Spera”, una famosa chiatta ancorata lungo Avenue de Lahr. “Erano buoni. Siamo nell’aria, al sole ma senza essere soffocati dal caldo”, osserva Thierry.

“Esaurito fino a ottobre!” »

Dopo diversi mesi di preparazione è stata inaugurata l’attesissima “Spera”. Venerdì 21 giugno per il festival musicale. “Per il festival della musica, abbiamo lavorato fino alle due del mattino. Il giorno dopo era un po’ più tranquillo, ma domenica sera c’era un bel po’ di gente e abbiamo finito all’una”, si rallegra José Vincent, il proprietario del locale. C’è da dire che sotto ogni punto di vista “La Spera” parte alla grande.

Offriamo seminari, feste private… Ho avuto appena il tempo di appendere il manifesto quando eravamo pieni fino a ottobre!

José Vincent, comproprietario de “La Spera”

Pizze e cocktail

L’azienda sarà gestita come una famiglia con Adèle e Lucien Vincent, i figli di José e Sylviane, in prima linea. Ciò che è già notevole secondo i clienti: “Il personale lo è più gentile rispetto alla vecchia squadra”, scivola un cliente, affezionato al locale anche quando si chiamava “Le Kargo”.

La chiatta occuperà tre persone (oltre ai quattro soci) per una capienza di novanta persone. Si prega di notare che se il pubblico può essere accolto all’interno (nella stiva), sarà ovviamente la terrazza ad essere privilegiata.

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D’altronde non si tratta di avere tavoli in banchina come ai tempi del “Kargo”. “Ci sono più biciclette, il che solleverebbe problemi di sicurezza. E poi mi dico che la gente che viene qui a bere qualcosa non vuole finire sulla banchina», nota José Vincent.

Se “La Spera” continuerà a proporre i cocktail (ma anche una selezione di birre) di cui “Le kargo” ha fatto una specialità, la famiglia Vincent intende innovare proponendo una cucina in stile snacking. “Offriremo taglieri, pizze, flamenkuche, bruschette… »

Domenica sarà piano bar

Ma è soprattutto nell’animazione che “La Spera” potrebbe affermarsi. La famiglia progetta di trasformare il posto in una sorta di café-show.

Vogliamo ospitare concerti ma anche comici, per esempio. Tre volte a settimana, nei periodi non di punta come la domenica, apriremo il pomeriggio e la prima serata in stile piano-bar.

José Vincent, comproprietario de “La Spera”

Un bar in una chiatta? Non così semplice…

Se “La Spera” ha subito ritardi è in parte dovuto a difficoltà amministrative molto pesanti.

Essendo sia una chiatta che uno stabilimento aperto al pubblico (ERP), “La Spera” doveva essere conforme su due livelli. Conseguenza”, per la commissione per la sicurezza, IAvevo quattordici persone davanti a me che mi ha bombardato di domande”, racconta José Vincent.

E spiega: “I vigili del fuoco conoscono bene le regole che valgono per gli ERP ma non per le chiatte. Al contrario, i servizi statali che effettuano le ispezioni delle chiatte non conoscono la regolamentazione degli ERP. E ognuno ha le proprie esigenze. “

Conseguenza: ulteriori studi di controperizia, José Vincent stima di averli spesi « 10 000 euro » ottenere il diritto di apertura al pubblico.

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