Era Davide contro Golia. David ha vinto alle urne domenica. Il 53,9% degli abitanti della città di Ginevra ha detto no al ponte pedonale del Monte Bianco.
Nonostante l’ampio e senza precedenti sostegno dei partiti politici – tutti attratti tranne il MCG e l’estrema sinistra – e degli ambienti economici e della mobilità (TCS, FER, ecc.), il progetto non è riuscito a convincere. “Ho esitato molto, ma alla fine ho votato no”, confida un appassionato di pedoni e ciclismo. Mi sembrava superfluo. Ciò avrebbe richiesto ancora molto lavoro. Non mi è sembrato utile”. Anne, 73 anni, era d’accordo, ma ammette “che il progetto forse era troppo grande, troppo pesante e troppo costoso”.
Per Frédérique Perler, capo del Dipartimento di Pianificazione, Edilizia e Mobilità, “è un’occasione persa. Questa infrastruttura ci mancherà davvero”. L’ambientalista eletto, che ricorda che il progetto è stato sostenuto dalla Città, dal Cantone e dalla Confederazione, si rammarica di questo risultato. “Le strutture pedonali sono il rapporto povero della mobilità. È un peccato.”
Secondo lei ha giocato un ruolo importante anche l’importo del progetto, 54 milioni di franchi (di cui 26 pagati dalla Città, 13 dal Cantone, 5 dalla Confederazione e 10 da un mecenate). “È una chiara manifestazione della popolazione che è stanca di grandi spese, mentre tutto è costoso”. Il consigliere amministrativo invita gli oppositori “a trovare una soluzione al caos attuale”.
Quanto agli oppositori, «stappiamo lo champagne», esulta Daniel Sormanni, consigliere comunale del MCG della città di Ginevra. Eravamo soli contro tutti, ma avevamo ragione. 54 milioni, era eccessivo! Dieci anni fa si parlava di 15-20 milioni. È un aumento indecente”.
Secondo lui, anche l’argomento del danno al patrimonio ha colto nel segno. “Gli ambienti storici si sono mobilitati molto per questo voto. I cittadini avevano buon senso. Senza contare che questo progetto non risolve il problema del Jardin Anglais e del Quai du Mont-Blanc. C’erano troppi difetti. Per ora, continueremo con quello che abbiamo. Alla fine, potremmo rimettere i tram sul ponte del Monte Bianco», suggerisce l’eletto del MCG.
Una soluzione menzionata anche nella conferenza stampa del Consiglio di Stato. Di fronte al fallimento di “questo serpente lacustre sviluppato per tredici anni, si pone la questione delle alternative, conferma Pierre Maudet, magistrato responsabile della Mobilità. Far circolare i tram su un ponte o in un tunnel potrebbe essere uno di questi”.