In Francia il potere d’acquisto regge meglio che in Europa, ma è mal distribuito

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SéVERIN MILLET

È un paradosso che sorprende gli economisti, soprattutto quelli che osservano la Francia dall’estero. Statisticamente, il Paese ha resistito agli shock della pandemia di Covid-19 e dell’inflazione piuttosto meglio dei suoi vicini europei, ma lì la rabbia sociale sembra più profonda. Secondo i calcoli della società Oxford Economics, il potere d’acquisto in Francia, dopo la ridistribuzione degli aiuti sociali e al netto dell’inflazione, è aumentato del 6,6% dalla fine del 2019.

Leggi la decrittazione | Articolo riservato ai nostri abbonati L’inflazione si sta stabilizzando ma i suoi effetti persistono, in particolare con un forte calo dei consumi

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In confronto, Germania (0%), Italia (1,7%), Regno Unito (3,7%) e Spagna (5%) hanno ottenuto risultati meno positivi nello stesso periodo. “Se le elezioni riguardassero esclusivamente l’economia, Emmanuel Macron farebbe molto megliogiudica l’economista Daniel Kral, che ha effettuato questi calcoli. Senza l’intervento del governo, i francesi sarebbero stati molto più poveri. »

Problema: questi dati sono fuorvianti, risponde Mathieu Plane, economista e vicedirettore dell’Osservatorio francese della situazione economica (OFCE). “Da un punto di vista macroeconomico, il potere d’acquisto ha effettivamente continuato ad aumentare nel corso del periodo, soprattutto durante la pandemia, prima della virtuale stagnazione nel 2022 e nel 2023. Ma questi dati coprono realtà molto diverse a seconda delle persone. » In particolare, i dipendenti che vivono nelle aree periurbane e rurali, e che già avevano un lavoro prima della pandemia, hanno oggettivamente perso molto potere d’acquisto.

Shock inflazionistico

Per spiegare questo paradosso dobbiamo scavare nel profondo delle statistiche recenti. Il primo livello di analisi riguarda l’inflazione. Secondo i dati pubblicati dall’INSEE venerdì 28 giugno, nel mese di giugno questa percentuale è aumentata del 2,1% sui dodici mesi. Il tasso, in leggero calo dopo il 2,3% di maggio, conferma che l’impennata dei prezzi si è ormai calmata. In totale, da gennaio 2021, secondo i dati europei armonizzati da Eurostat, i prezzi in Francia sono aumentati del 17%, il secondo aumento più basso nella zona euro, davanti alla Finlandia. Spagna (19%), Italia (20%) e Germania (21%) sono state tutte leggermente più colpite dal fenomeno.

L’intervento del governo francese durante le recenti crisi ha contribuito ad attenuare lo shock, in particolare con lo scudo tariffario sull’energia (che viene gradualmente ritirato). “Questa politica ha permesso di ridurre gli effetti di secondo impatto”, spiega il signor Kral. Capite: essendo state colpite (un po’) meno violentemente dall’aumento delle bollette, le aziende hanno avuto meno bisogno di trasferire i loro prezzi in aumento.

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