Besançon: un uomo condannato a 20 anni di reclusione per l’omicidio “casuale” di un geniale orologiaio

Besançon: un uomo condannato a 20 anni di reclusione per l’omicidio “casuale” di un geniale orologiaio
Besançon: un uomo condannato a 20 anni di reclusione per l’omicidio “casuale” di un geniale orologiaio
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Un uomo di 33 anni è stato condannato, venerdì a Besançon, a 20 anni di reclusione penale per aver ucciso “casualmente” un giovane geniale ingegnere orologiero che non conosceva, nel 2021, durante un delirante attacco di cocaina.

La corte d’assise del Doubs ha ritenuto Kevin Berardi colpevole dell’omicidio di Thomas Mercier, respingendo l’abolizione del suo discernimento, ma mantenendone l’alterazione all’epoca dei fatti, secondo le richieste del pubblico ministero Claire Keller.

“Voglio restare in silenzio”: durante tutto il suo interrogatorio l’imputato ha risposto più e più volte a questa frase, a decine di domande poste dalla Corte e dagli avvocati. Rimase impassibile, lo sguardo fisso e vuoto, senza fornire alcuna spiegazione al suo gesto.

Un “silenzio insopportabile”

Perché hai ucciso Thomas Mercier che non conosceva? Le sue ragioni restano “oscure”, in custodia di polizia, “ha parlato di allucinazioni”, nota il pubblico ministero. D’ora in poi «Kevin Berardi ci impone il suo insopportabile silenzio».

Ma le parti concordano che abbia agito durante uno scoppio delirante e mistico, un episodio psicotico provocato dall’uso combinato di cannabis e cocaina due giorni prima dell’omicidio.

Il 9 novembre 2021 intorno alle 11:30, Kevin Berardi si è recato in un edificio nel centro di Besançon e ha bussato a caso alle porte. Ad aprire la porta è Thomas Mercier, brillante ingegnere orologiaio, recentemente laureato all’École des Mines de Paris e residente a Besançon da un mese.

Il giovane di 30 anni è stato poi spruzzato di gas lacrimogeno, spinto all’interno del suo appartamento e messo fuori combattimento con una caffettiera italiana. Crollò a terra prima di essere finito con 22 colpi di forbice, compreso uno mortale che gli trapassò il polmone e il cuore.

L’aggressore torna a farsi la doccia, a cambiarsi d’abito e a tagliarsi i capelli. Al volante della sua macchina, si precipita su un veicolo della polizia per fuggire.

“Conosci il diavolo”

Nel pomeriggio incontrerà diverse persone alle quali dirà che “conosce il Diavolo”, “ha visto Dio” e ha “ucciso un uomo”, ed è pronto a ucciderne altri. Alla fine è stato arrestato dalla polizia alle 16:50 e ha immediatamente ammesso i fatti.

“C’è stata infatti della follia nel signor Berardi, prima e dopo i fatti, e voglio che venga riconosciuta”, ha supplicato con forza la sua avvocatessa Me Catherine Bresson, chiedendo invano che i giurati confermassero l’abolizione del suo discernimento.

“Quest’uomo non è un pazzo delirante irresponsabile, ma piuttosto un uomo che ha assunto la droga con piena consapevolezza degli effetti che questa aveva sul suo comportamento. Lui ne è responsabile”, ha dichiarato alla parte civile Me Jérôme Pichoff, criticando la sua “amnesia fittizia e utile”.

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