Doppio omicidio a Bastia-Poretta: 13 condanne e due assoluzioni

Doppio omicidio a Bastia-Poretta: 13 condanne e due assoluzioni
Doppio omicidio a Bastia-Poretta: 13 condanne e due assoluzioni
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Dopo quasi 20 ore di deliberazione, è stata emessa la sentenza nel processo sul duplice omicidio di Bastia Poretta, nel quale 12 uomini e tre donne sono processati dal 6 maggio davanti alla Corte d’assise delle Bouches-du-Rhône. La decisione è caduta in un’atmosfera elettrizzante, e davanti a un’aula gremita ma silenziosa, mentre alcuni imputati liberi non hanno esitato ad alzare la voce con i giornalisti prima della ripresa.
Nel processo gli imputati assenti avevano torto, come è avvenuto dal 21 maggio, quando sette di loro hanno sfidato i loro avvocati e si sono rifiutati di tornare all’udienza. Ieri erano solo tre.
Aggrappato al suo posto, il presidente Jean-Yves Martonaro ha recitato con voce monotona il lungo elenco di sentenze e le risposte alle 68 domande poste per motivare il verdetto. A tre di loro hanno risposto no. Nessun mandato di rinvio a giudizio è stato emesso dall’Ordine degli Avvocati.

Il più pesante per Christophe Guazzelli, 32 anni, presentato come direttore d’orchestra e condannato a 30 anni di reclusione penale, accompagnati da una pena di sicurezza di 20 anni… Il pubblico ministero aveva chiesto la morte civile e l’ergastolo. I giurati hanno seguito le spiegazioni dei procuratori generali che hanno fatto di questo erede dei Sea Breeze il pilastro della vendetta dopo aver portato all’imboscata contro Jean-Luc Codaccioni e Antoine Quilchini, due figure di banditismo appartenenti al clan rivale di Jean-Luc, Germani. Messaggi criptati, telefonia, tutto collega Christophe Guazzelli che ha “sacrificato” la sua vita per vendicare il padre Francis Guazzelli, ucciso il 15 novembre 2009 vicino a Penta-di-Casinca.

Accusato anche lui di omicidio, il fratello Riccardo Guazzelli, 37 anni, è stato condannato a 25 anni di reclusione penale (la Procura ne aveva chiesti altri cinque) con 16 anni di cauzione. Secondo l’accusa è lui l’autista che ha prelevato suo fratello, l’assassino, nella Golf dopo il duplice omicidio alla rotonda dell’aeroporto.

Nei confronti del tenente Christophe Andreani è stata pronunciata una condanna a 25 anni di reclusione penale (il pubblico ministero aveva chiesto altri tre anni) con una cauzione di 13 anni.

Ange-Marie Michelosi, 35 anni, è stata condannata a 25 anni di reclusione penale. Membro anch’egli del “clan degli orfani”, l’ajacciano si era alleato con i Guazzelli per vendicare il padre, ucciso nel 2008. Il boss dell’associazione per delinquere ed era stato lui a consegnare il “mostro”, Cathy Chatelain, 48 anni, che aveva fornito informazioni vitali ai membri del suo “clan” per uccidere Jean-Luc Codaccioni e Antoine Quilichini.
L’ex supervisore di Borgo, capelli neri, occhiali, giacca bianca e viso chiuso, sorrideva mentre entrava nella cabina di vetro per accogliere nella stanza la figlia maggiore, l’unica dei suoi cinque figli a non averla vista in carcere. Cathy Chatelain si è assunta la responsabilità quando nei suoi confronti è stata pronunciata una condanna a 23 anni di reclusione penale (25 anni erano stati richiesti dal pubblico ministero). A questa frase si aggiunge un obbligo di monitoraggio socio-giudiziario.

Altri scagnozzi del clan Guazzelli sono stati presi di mira con condanne pesanti, Jaouad Sebbouba, 32 anni, complice, è stato condannato a 20 anni e Abdel-Hafid Bekouche, 36 anni, coautore del delitto a 25 anni con una pena di 15. sicurezza annuale. I procuratori generali avevano chiesto rispettivamente condanne da 25 per il primo e da 25 a 28 anni di reclusione per il secondo.
Nel secondo circolo criminale, Jimmy Bailleul, 38 anni, ha ricevuto 9 anni di reclusione, cioè un anno in più rispetto alle requisizioni, ma i tribunali hanno disposto una pena di 4 anni.
Presente durante tutta l’udienza dietro il vetro del palco degli imputati, a volte sereno, a volte impetuoso, Jacques Mariani, 58 anni, erede di La Brise de mer, che ne ha 37, non ha avuto ruoli principali in questa vicenda, ma è stato accusato di associazione a delinquere. Fu condannato a 10 anni di carcere per i messaggi criptati inviati allo zoccolo duro, i fratelli Guazzelli. Oppure un quantum secondo le richieste dell’accusa. Uno dei suoi avvocati, Me Hedi Daklaoui, ha ritenuto che il suo cliente stesse pagando per il suo CV e ha annunciato la sua intenzione di ricorrere in appello.
Di fronte a lui nella stanza, il suo ex complice, Anche José Menconi, 58 anni, risultato libero, è una figura della comunità. È stato assolto mentre la Procura aveva chiesto 6 anni di reclusione nei confronti dell’ex rapinatore che aveva anche inviato messaggi ma non si trovava sul posto. Alla sbarra si è difeso da solo, senza toga nera né laurea in giurisprudenza: dopo aver sfidato i suoi avvocati, François Marchioni ha perorato la sua causa. La giuria è stata sensibile alla sincerità delle sue spiegazioni e lo ha assolto. L’accusa aveva chiesto una pesante condanna a 15 anni contro l’anziano che aveva derubato la Golf utilizzata dagli assassini. Alla fine ha perorato la sua causa meglio di quanto avrebbe fatto un avvocato.
Alla stessa pena sono state condannate l’ex compagna di Christophe Guazzelli, Chloé Castellana, 35 anni, e Gaelle Sker, 37 anni, compagna di Richard Guazzelli: 5 anni di reclusione, di cui tre sospesi, tutti con pena modificabile .
Finalmente, il marito del supervisore di Borgo, Dominique Sénéchal, 47 anni, è stato condannato a 3 anni di reclusione, di cui uno sospeso. Aveva già scontato 21 mesi di custodia cautelare.
Quanto a Riad Belgacem, accusato di latitanza, è stato condannato a 10 anni di reclusione, secondo le richieste della Procura.

Il termine per ricorrere è di dieci giorni. L’udienza si è conclusa con calma, preludio ad un’altra bufera in appello per il secondo turno del processo per duplice omicidio Bastia-Poretta

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