Ursula von der Leyen, un’autorità forgiata nelle crisi: Notizie

-

Ursula von der Leyen, riconfermata dai leader europei per altri cinque anni alla guida della Commissione europea, ha saputo imporsi durante un mandato scosso dalle turbolenze, dal Covid alla guerra in Ucraina.

Ma la partita non è ancora chiusa: per restare il volto dell’Ue, il 65enne leader tedesco dovrà ottenere la maggioranza al Parlamento europeo.

In un’Unione europea spesso criticata per essere troppo poco incarnata, colei che, per prima donna a ricoprire questo incarico, ha dettato uno stile e ha fatto politica con risolutezza. Una scelta che gli ha dato reale visibilità ma che ha anche causato tensioni.

Nella campagna elettorale degli ultimi mesi, ha compiuto un atto di equilibrio: il suo principale successo legislativo, il Patto Verde, è diventato un rifiuto per gli agricoltori e per parte della sua stessa famiglia politica (PPE, a destra).

Ha fatto una svolta su un tema molto lontano dalle questioni climatiche: l’appello per un’Europa capace di difendersi.

“La minaccia di guerra potrebbe non essere imminente, ma non è impossibile”, ha detto qualche settimana fa ai deputati. Riferendosi, in un discorso molto cupo, alle tante “illusioni europee infrante”, ha invitato l’UE a svegliarsi “urgentemente”.

– Comunicazione ottimizzata –

Desideroso di affermare il posto del blocco – ma anche il proprio – sulla scena internazionale, il “VDL” ha spesso cercato, negli ultimi cinque anni, di oltrepassare i limiti della propria posizione.

A rischio, talvolta, di suscitare forti tensioni all’interno dei 27 Stati membri, come in un viaggio a Tel Aviv in ottobre, dove sostenne il diritto di Israele a difendersi senza prendersi la cura di aggiungere che la risposta militare all’attacco di Hamas doveva essere condotta nel rispetto del diritto umanitario e internazionale.

Molto a suo agio sia con l’inglese che con il francese (passa regolarmente da una di queste lingue all’altra oltre al tedesco nei suoi discorsi), l’ex ministro della Difesa tedesco è abile nel comunicare con una precisione che lascia poco spazio all’improvvisazione.

Dal 13° piano del Berlaymont, l’imponente quartier generale della Commissione europea nel cuore della capitale belga, si affida a un circolo molto ristretto, un modo di operare tutt’altro che collegiale che mette i denti nella bolla di Bruxelles.

Quando venne nominata, tra la sorpresa di tutti, alla fine del 2019, l’accoglienza fu più che timida. Il Joker della coppia franco-tedesca, quando tutte le altre opzioni erano state escluse, viene ricevuto di fresco.

– “Divano” –

Questa madre di sette figli, un tempo considerata l’erede di Angela Merkel, prima che una serie di scandali danneggiassero la sua immagine in Germania, si è finalmente stabilita a Bruxelles, città dove è nata e cresciuta fino alla prima adolescenza.

“Ci sono state diverse situazioni di crisi durante il suo mandato in cui ha risposto e si è assicurata di essere il più visibile possibile nell’azione”, riassume un diplomatico europeo.

Di fronte allo shock della pandemia di Covid-19, sta pilotando un gigantesco piano di ripresa europeo da 750 miliardi di euro, finanziato da un debito comune senza precedenti, simbolo tangibile della solidarietà europea.

Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022, la Russia ha manifestato a gran voce il suo sostegno a Kiev e ha definito una strategia per porre fine alla dipendenza energetica da Mosca.

Per il grande pubblico un’immagine ha lasciato il segno, e paradossalmente ha contribuito a rafforzare l’immagine di un leader forte: quella di “Sofagate”.

Nell’aprile 2021, durante una visita in Turchia, è stata fatta accomodare su un divano, lontano dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan e dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel, che erano seduti su due poltrone.

Divenuta virale, la scena suscitò accese polemiche. Assicurandole che si è sentita “ferita”, il leader chiarisce il punto. “È successo perché sono una donna”, dice.

Nel 2019, il Parlamento europeo gli ha dato la fiducia solo con una maggioranza molto ristretta (nove voti). La partita potrebbe essere ancora più difficile questa volta. Gli restano tre settimane per convincere almeno 361 deputati a concedergli un secondo mandato in un periodo di grandi sconvolgimenti geopolitici.

-

PREV Ultimo giorno: -50% per 3 mesi
NEXT Presto tra i minorenni, i visitatori delle carceri cercano nuovi volontari a Caen