il governo italiano stanzia 4 milioni di euro per la tutela dei bambini

il governo italiano stanzia 4 milioni di euro per la tutela dei bambini
il governo italiano stanzia 4 milioni di euro per la tutela dei bambini
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La Direzione dei Diritti Umani del Ministero della Giustizia ha organizzato, questa mattina, un workshop per lanciare la fase 2 del progetto a sostegno della protezione dei minori vittime di violazioni dei loro diritti (PAPEV) in Senegal. In collaborazione con il governo italiano, i termini di riferimento di questo progetto si concentrano sulle questioni della mobilità dei bambini e sulla violazione dei diritti dei bambini.

A fare il punto, dopo tre anni di attuazione, è Aminata Kébé, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ufficio regionale per l’Africa occidentale, nonché coordinatrice regionale del progetto di sostegno alla protezione dell’infanzia (PAPEV). Questo progetto, che è alla sua seconda fase di lancio, copre cinque paesi (Senegal, Guinea Bissau, Gambia, Mali, Niger). Grazie all’attuazione della prima fase, il progetto ha potuto sostenere gli Stati beneficiari, nel rafforzare il loro sistema di protezione, nell’allontanare molti bambini dalla strada, nella loro integrazione nelle loro famiglie, riferendo agli organi del trattato a livello di Nazioni Unite tra gli altri… Va ricordato che durante una riunione ad alto livello dei ministri responsabili della protezione dei bambini dei paesi beneficiari, è stata sviluppata una tabella di marcia per identificare le sfide rimanenti, in particolare nell’armonizzazione delle leggi sulla creazione di un sistema di protezione efficace e legale, in particolare lo sviluppo e l’adozione del codice dell’infanzia in Senegal e anche l’assistenza psicosociale dei bambini nei paesi beneficiari.

Il problema però persiste anche se lei conferma che i bambini di altri paesi che si trovavano in Senegal sono stati allontanati per reintegrarli nelle loro famiglie. Un forte impegno politico e l’adozione del codice dell’infanzia sarebbero, per questo ambasciatore, l’unica soluzione per debellare questo fenomeno dell’accattonaggio forzato dei bambini. Questo è il motivo per cui l’adozione del Codice dell’infanzia e un forte impegno politico rimangono le principali sfide per sradicare l’accattonaggio infantile e per una migliore cura dei bambini in tutti i processi educativi e didattici.

Finanziato dal governo italiano, il progetto è stimato in 4 milioni di euro in tre anni, o 36 mesi per i cinque paesi (Senegal, Guinea Bissau, Gambia, Mali, Niger), secondo Eugenia Pesani, esperta di genere dell’Agenzia italiana per Cooperazione per lo sviluppo. Costruita sulle priorità identificate da tutti i ministeri dei paesi partner responsabili della protezione dei bambini, questa seconda fase del progetto si è basata sui risultati della prima fase per sviluppare una tabella di marcia e le priorità per la sottoregione per la protezione dei bambini con il sostegno del Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. In questa fase, almeno più di 3.500 bambini sono stati sostenuti direttamente in più di 48 strutture nei paesi della prima fase.

Tuttavia, le parti interessate hanno lanciato un appello allo Stato del Senegal per un forte impegno politico al fine di ottenere l’adozione del codice dell’infanzia e di un quadro legislativo per la protezione dei bambini.

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