Joshua Zarka, ambasciatore israeliano in Francia, ha reagito su franceinfo ai mandati di arresto emessi dalla Corte penale internazionale in particolare contro Benjamin Netanyahu.
Pubblicato il 22/11/2024 16:05
Aggiornato il 22/11/2024 16:08
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La Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto, in particolare contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dopo aver trovato “motivi ragionevoli” per ritenere che sia “penalmente responsabile” del crimine di guerra di fame nella Striscia di Gaza. Affermazione respinta venerdì 22 novembre da Joshua Zarka, ambasciatore israeliano in Francia. “A maggio le ONG dicevano che c’era una carestia imminente e da allora non c’è più stata nessuna carestia, anzi.ha detto su franceinfo. Le ONG raccontano certe storie e forniscono certe statistiche, ma alla fine bisogna vedere i fatti sul campo. E i fatti sul campo dicono che non esiste alcuna carestia”.
Ciò che dice l’ambasciatore israeliano in Francia è generalmente falso, ma ci sono diverse cose da risolvere. Innanzitutto non sono solo le ONG a mettere in guardia contro la carestia o il rischio di carestia, ma soprattutto le Nazioni Unite. L’Onu ne parla da mesi, con le prime preoccupazioni che risalivano al novembre 2023, esattamente un anno fa. Il conflitto Israele-Hamas era iniziato due mesi prima e già allora l’ONU denunciava l’accesso a Gaza. “completamente bloccato” e un “grande rischio di carestia per l’intera popolazione”.
Tuttavia, c’è una carestia in corso a Gaza? Ufficialmente, l’ONU non ha dichiarato la carestia nella Striscia di Gaza, ma molti dei suoi funzionari lo hanno detto molto chiaramente. All’inizio di questo mese, lo affermava un rapporto delle Nazioni Unite “La soglia della carestia potrebbe essere già stata superata o lo sarà nel prossimo futuro”. L’estate scorsa, esperti indipendenti delle Nazioni Unite si sono spinti ancora oltre affermando che la carestia si era già diffusa a Gaza. Avevano documentato in particolare la morte di numerosi bambini, a causa della malnutrizione e della disidratazione.
Accuse sempre respinte da Israele. L'esercito israeliano assicura che i dati utilizzati nel rapporto dell'ONU lo sono “errato e incoerente”.
Cosa sappiamo degli aiuti umanitari e alimentari che arrivano a Gaza? A questo proposito disponiamo di informazioni che fanno luce sulla carenza di cibo in questo piccolo territorio. Sappiamo che negli ultimi mesi la consegna dei generi alimentari è stata sempre più limitata.
Secondo gli Stati Uniti, alleati di Israele, il volume degli aiuti entrati a Gaza a settembre è stato il più basso dall'inizio dell'anno. Stessa storia dall'ONU, che rileva a “riduzione drastica” nel numero di camion che trasportano aiuti umanitari: solo 58 camion al giorno alla fine di ottobre, rispetto ai circa 200 dell’estate, ovvero quasi quattro volte meno. E soprattutto, qualunque cosa accada, queste cifre sono ben lontane dai 350 camion al giorno che gli Stati Uniti vorrebbero vedere entrare nella Striscia di Gaza.