Un centinaio di persone: dipendenti o sindacalisti di altre società di Le Havre si sono riuniti giovedì 27 giugno mattina davanti al tribunale di Le Havre, a sostegno di due dipendenti, convocati in tribunale per un’udienza sommaria in particolare per “ostruzione di traffico”, mentre chiedevano il blocco dell’ingresso della piattaforma Esso ExxonMobil a Port-Jérôme-sur-Seine. Presenti anche due comunisti eletti, il deputato uscente Jean-Paul Lecoq e la senatrice Céline Brulin.
“Siamo fiduciosi per il futuroindica Pierre-Antoine Auger, delegato FO del sito antistante il tribunale. Ma è una dichiarazione di guerra. Abbiamo fatto un passo avanti entrando nell’intimità familiare delle persone, facendo venire un ufficiale giudiziario a casa. Lascerà il segno”.
“Non impediamo ai dipendenti di venire al lavoro, è sbagliato, indica Christophe Aubert, uno dei due imputati, della CGT. Chi vuole lavorare, viene senza preoccupazioni. Dall’inizio delle dighe filtranti sono passati 17 camion.”
“Il management sostiene il dialogo sociale calmo e allo stesso tempo ci porta in tribunale, si chiede il secondo dipendente interessato, Raynald Prévost, della FO. Vogliono fare pressione, alzare la voce. Ma può finire così? Continueremo, ci saranno altre azioni“, assicura.
In un comunicato stampa, la direzione della ExxonMobil ha denunciato questi blocchi che impedirebbero ai servizi di emergenza di accedere al sito e di rifornire la raffineria. L’industriale avverte che quest’ultima potrebbe essere chiusa, come l’industria petrolchimica che è già ferma dalla fine di maggio in seguito allo sciopero dei dipendenti.
