Ecco quattro azioni ecosostenibili da adottare nei porti turistici della Bretagna

Ecco quattro azioni ecosostenibili da adottare nei porti turistici della Bretagna
Ecco quattro azioni ecosostenibili da adottare nei porti turistici della Bretagna
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Fino a luglio 2024, la campagna di formazione ecologica nei porti turistici si ferma nel bacino di Lorient (Morbihan). Ad oggi, 4.000 naviganti hanno adottato, in tre anni in tutta la Bretagna, abitudini di navigazione rispettose dell’ambiente.

Dai priorità ai prodotti con marchio di qualità ecologica ed elimina le acque nere

Le acque nere sono le acque reflue della barca (stoviglie, servizi igienici, ecc.). A bordo, l’uso di prodotti per l’igiene con marchio di qualità ecologica o di origine vegetale aiuta a limitare l’inquinamento delle acque.

“Al porto bisogna poi utilizzare pompe specifiche per le acque nere per non scaricare nulla in mare”spiega Manon André, coordinatrice della campagna in Bretagna.

Non ancorare nelle alghe

“Le praterie di fanerogame marine sono pozzi di carbonio e spazi di crescita per la fauna marina, come cavallucci marini o seppie”afferma Florent Le Moigno, responsabile presso Sellor dei progetti ambientali nei porti turistici di Kernevel e Gâvres. “Dobbiamo quindi gettare l’ancora in mari limpidi”presente nelle carte nautiche e nell’applicazione mobile Nav&Co.

Utilizzare salviette assorbenti per l’olio

In caso di fuoriuscita di idrocarburi, è imperativo tamponare la perdita con una salvietta assorbente. “Oltre ad essere terribilmente inquinanti, gli idrocarburi limitano gli scambi tra aria e acqua e impediscono il corretto passaggio della luce. Ciò interrompe la fotosintesi e talvolta il prodotto copre gli esseri viventi”spiega Antoine Charpentier, responsabile dello studio presso l’Osservatorio del Plancton.

Differenzia e limita i tuoi rifiuti

“Raccomandiamo di optare per zero rifiuti, con alimenti sfusi senza imballaggi in plastica. Per quanto riguarda i rifiuti rimanenti, sarà necessario gettarli via e differenziarli per terra. » I porti raccolgono anche diverse tonnellate di rifiuti pericolosi: “imballaggi sporchi, 6 tonnellate di acqua, fanghi e altri residui carichi di idrocarburi o addirittura 3,7 tonnellate di oli usati”conta Florent Le Moigno.

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