TJ Créteil: “Il signor H. non è il capo della rete, è in fondo, è lui che vende e quello che viene catturato! »

TJ Créteil: “Il signor H. non è il capo della rete, è in fondo, è lui che vende e quello che viene catturato! »
TJ Créteil: “Il signor H. non è il capo della rete, è in fondo, è lui che vende e quello che viene catturato! »
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Boonchai/AdobeStock

L’imputato, 23 anni, è stato arrestato mentre vendeva cannabis ai piedi di una città dove i tribunali gli avevano già vietato di comparire. Presentatosi per comparire immediatamente, il signor H. spiega che voleva raccogliere un po’ di soldi per andare al luna park.

L’udienza si apre con una richiesta di nullità: l’avvocato del sig. H. assicura che durante il fermo di polizia “la polizia ha fatto ogni sforzo per assicurarsi che non ci fosse alcun avvocato”. L’affermazione fa sobbalzare l’accusa ma la difesa sostiene. Spiega che gli agenti hanno chiamato uno dei suoi ex colleghi, che oggi non fa più l’avvocato, e glielo hanno detto, senza che cercassero di contattare la persona giusta. Risultato: un verbale d’udienza “pieno di false informazioni, il che è dannoso per il mio cliente”. La procuratrice assicura, da parte sua, che l’obbligo di mezzi è stato adempiuto e che “nessuno è obbligato a fare l’impossibile”!

Senza nemmeno guardare i suoi due assessori, il presidente della seduta ha annunciato “che dopo aver deliberato (), il giudice unisce la vicenda al merito” e passa ai fatti. Il signor H., 23 anni, camminava in tondo ai piedi di un complesso residenziale a Vitry-sur-Seine, osservato dalla polizia. La polizia lo vede dirigersi verso un sacchetto di plastica nera sepolto in un angolo. Tira fuori una borsa e va incontro a un individuo con il quale scambia la borsa con una banconota. Il giovane, dall’aspetto giovanile, è stato arrestato in quel momento, con una mazzetta di banconote addosso e un braccialetto elettronico al piede. Nella borsa nera nascosta c’erano 47 grammi di cannabis.

“Cosa ci racconti oggi?”

— (Dopo lunghi secondi) Sono colpevole.

– Perchè lo hai fatto ?

— Commento?

– Perchè lo hai fatto ?

– Fare soldi.

— Perché tornare nella città dove ti è vietato comparire?

– Fare soldi. Con un amico dovevamo andare alla Foire du Trône. Mi sono detto: farò un po’ di soldi”.

Con l’aria smunta, il signor H. ha bisogno di un po’ più di tempo del normale per capire cosa gli viene chiesto: è epilettico e ha sofferto principalmente di traumi cranici causati dalle risse. Ammette di aver venduto cannabis e che tutto il denaro che aveva con sé proveniva dalla vendita. Ma lui contesta l’acquisizione – che richiede fondi – e assicura che a fornirla è stato qualcuno che non conosce.

“Ha ammesso l’acquisizione in custodia di polizia”, ​​sottolinea il presidente del tribunale.

«Da qui l’importanza della nullità», ribatte la difesa.

L’esame della personalità è breve: il signor H. non ha un lavoro ma qualche menzione nella sua fedina penale (traffico di droga, violenza) e di tanto in tanto allena adolescenti in una squadra di calcio su base volontaria.

Dalla parte del pubblico ministero vediamo che “il signor H. non è il capo della rete, è lui in fondo, è lui che vende e quello che si fa prendere! Preferiremmo catturare gli sponsor, ma anche i venditori partecipano al traffico”. Il pubblico ministero ricorda che l’imputato ha già diverse iscrizioni nel suo casellario giudiziale, che è stato arrestato in un luogo dove non aveva diritto di stare e che richiede dodici mesi di carcere di cui sei mesi chiusi con mandato di cattura e resta sospesa.

La difesa mette in guardia dalla “spirale della delinquenza” in cui si trova il suo assistito, senza reddito e riconosciuto lavoratore invalido all’80%. Lei contesta le accuse di acquisizione – il signor H. non ha i soldi per comprare – e di detenzione – il signor H. non aveva nulla con sé al momento dell’arresto. La difesa assicura che la famiglia dell’imputato è presente per sostenerlo: diversi suoi parenti sono seduti in prima fila tra il pubblico e, soprattutto, suo fratello promette di assumerlo al minimo salariale nella sua azienda di Mayenne e di ospitarlo. “Non dovrai rivederlo nella tua giurisdizione”, promette l’avvocato.

Il tribunale respinge la richiesta di nullità ma assolve il sig. H. dalle accuse di acquisizione. Per il resto è stato riconosciuto colpevole e condannato a un anno di reclusione, di cui tre mesi di detenzione continuata e il resto sospeso, accompagnato dall’obbligo di lavorare e dal divieto di recarsi a Vitry-sur-Seine. Mettendosi a disposizione degli accompagnatori, il signor H. manda baci alla prima fila del pubblico.

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