Nelle Alte Alpi, la caccia ha subito un altro duro colpo. La caccia ai galliformi di montagna, come la pernice bartavel e il fagiano di monte, è ora sospesa.
La decisione è stata emessa la settimana scorsa dal tribunale amministrativo di Marsiglia. Questo annuncio segna una nuova vittoria per le associazioni di protezione della fauna selvatica, promotrici di questo approccio. D’altro canto, i cacciatori alpini sono determinati a difendere questa caccia emblematica.
Così, lunedì 21 ottobre, il tribunale amministrativo di Marsiglia ha deciso di sospendere la caccia alla pernice bartavelle e al fagiano di monte in tutto il dipartimento delle Hautes-Alpes. Si tratta di una nuova vittoria per tre associazioni attive nella tutela degli animali: Una voceIL Lega per la protezione degli uccelli Paca e il Società per la protezione della natura alpina. Queste organizzazioni hanno presentato ricorso il 30 settembre. Il loro obiettivo era ottenere la sospensione del decreto prefettizio che autorizza la caccia ai galliformi.
L'ordinanza in questione prevedeva quote di campionamento per il periodo dal 29 settembre all'11 novembre. Ha autorizzato la caccia di 80 fagiani di monte e 162 pernici bartavel. One Voice accoglie con favore questa sospensione. L'associazione sottolinea in un comunicato stampa:
“Le 160 pernici e i 73 fagiani di monte degli 80 soggetti ad autorizzazione eccezionale alla macellazione nel dipartimento delle Hautes-Alpes sono stati salvati. Il giudice di Marsiglia ha riconosciuto che questa pratica era dannosa per la loro conservazione. Non può giustificare l’estinzione degli animali anche se sono elencati nella IUCN, la lista rossa delle specie minacciate”.
La rabbia dei cacciatori alpini
I cacciatori delle Hautes-Alpes, dal canto loro, esprimono forte rabbia per questa decisione. Già l’anno scorso hanno dovuto affrontare restrizioni. Infatti, nell'ottobre 2023un decreto prefettizio che fissava i periodi e le quote di caccia per la stagione 2023-2024 era già stato sospeso a seguito di due ordinanze provvisorie emesse dallo stesso tribunale.
Lo dichiara la Federazione di caccia delle Hautes-Alpes in un comunicato stampa il suo malcontento. Deplora che questa decisione sia giustificata:
“esclusivamente su un vizio formale, ossia l’assenza di consultazione pubblica per il decreto prefettizio 15 settembre 2023 che fissa i range del piano di caccia”. Lo precisa la Federazione “l’operato della Federazione e dei cacciatori non viene rimesso in discussione da questa giurisprudenza”.
I cacciatori sottolineano anche i loro sforzi per preservare queste specie montane. Si impongono quote drastiche e organizzare monitoraggio annuale della riproduzione galliformi. Questa caccia, inoltre, rappresenta una tradizione profondamente radicata nella cultura alpina. I professionisti affermano che le loro azioni contribuiscono attivamente alla conservazione di questi uccelli.
La Federazione ha inoltre ricordato che la caccia al fagiano di monte rimane consentita nel Regione delle Prealpi settentrionaliin particolare nel settore Dévoluy-Bure. Anche lei si rammarica profondamente”la sospensione della caccia ai galliformi montani in altre regioni bioclimatiche”. Di fronte alle ripetute proteste delle associazioni anti-caccia, la Fédération des Hautes-Alpes conclude il suo comunicato stampa affermando la propria determinazione a “difendere questa caccia emblematica di fronte all’attivismo e agli incessanti attacchi legali”.