Nelle città gemellate, la spinta gentile dei giardini condivisi

Nelle città gemellate, la spinta gentile dei giardini condivisi
Nelle città gemellate, la spinta gentile dei giardini condivisi
-

Pomodori, zucchine, fragole e altre erbe aromatiche crescono talvolta a vista tra i complessi immobiliari.

Lanciati solo pochi anni fa, i giardini condivisi sono ancora pochi nell’agglomerato Est-Varoise. Ma chi ha deciso di mettere le mani nella terra ha già visto radicarsi dentro di sé la passione per l’orticoltura.

A Saint-Raphaël, Gilles paga un affitto simbolico per uno dei diciassette lotti messi a disposizione all’interno del parco Peyron. E questo dall’apertura di questo “giardino collettivo”, nel settembre 2020. “All’inizio era interessata mia moglie ma mi sono subito coinvolto perché dopo il lavoro mi rilassa tanto che oggi sono io a fare la maggior parte del lavoro”ride il titolare di un’impresa di lavori navali che ogni giorno trascorre quasi un’ora con i suoi impianti.

Un vettore di connessione sociale

Oltre ai benefici nutrizionali e gustativi che apportano questi prodotti fatti in casa, il sessantenne apprezza anche il vettore sociale di questo piccolo pezzo di terra. “Nonostante qualche abbandono, si è formato rapidamente uno zoccolo duro. L’atmosfera è buona, ci diamo consigli a vicenda e ci riuniamo anche per trascorrere del tempo insieme”.

A Fréjus, il Giardino delle Quattro Stagioni, inaugurato un anno fa, ha rapidamente guadagnato seguaci.

E tutti gli appezzamenti sono già traboccanti di frutta e verdura. “Quando qualcuno è assente, ci prendiamo cura del suo appezzamento. Facciamo regolarmente aperitivi insieme e ci stimoliamo a vicenda organizzando concorsi. L’anno scorso il vincitore ha coltivato un pomodoro da 650 grammitestimonia Luba, pensionato di nazionalità russa che ha riscoperto il piacere di appropriarsi della terra” dopo aver fallito nel coltivare patate nel mio paese d’origine “.

Luba nel bel mezzo di un intervento di riparazione nel terreno di un vicino, nel giardino Quatre Saisons a Fréjus. (Foto P.PA.).

“Un vantaggio anche economico”

Cita anche Luc Tirante, inizialmente residente in zona e recentemente divenuto presidente dell’associazione che gestisce questo orto composto da sedici appezzamenti “il lato economico quando il prezzo al chilo del pomodoro bistecca supera i quattro euro”.

È molto orgoglioso di essere annoverato tra i suoi agricoltori in erba “i bambini dell’asilo nido del quartiere, un adolescente di 13 anni, i beneficiari dell’associazione Promosoins e il Comune che qui sta testando piante che non necessitano di irrigazione”.

Anche in questo caso solo una manciata di persone ha gettato la spugna di fronte allo sforzo richiesto. Il resto pullula di progetti per sviluppare il loro piccolo angolo di paradiso: “Stiamo valutando l’installazione di un collettore d’acqua, di un albergo per insetti o addirittura di un pollaio”.

-

PREV Elezioni legislative 2024: nel quarto collegio elettorale del Gard, la RN sfiora la vittoria al primo turno
NEXT Concerto dell’Orchestra Nazionale dell’Ile-de-France