Una complicità finalmente ritrovata per la sicurezza di Ginevra

Una complicità finalmente ritrovata per la sicurezza di Ginevra
Una complicità finalmente ritrovata per la sicurezza di Ginevra
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L’operazione, già sperimentata altrove, non è stata di poco conto in un cantone dove le autorità si guardano da tempo con sospetto e dove la polizia si è spesso trovata divisa tra le aspirazioni molto diverse dei suoi capi. Con due personalità dello stesso schieramento politico, accomunate da una visione molto “di pubblica sicurezza”, la prima versione avrà il vantaggio di fissare degli obiettivi e il grande svantaggio di far letteralmente saltare in aria Champ-Dollon prima di rendere la questione scottante della sovrappopolazione carceraria.

Shock successivi

Il patto verrà poi rilanciato con alcune varianti prima di essere colpito duramente dallo shock dell’attualità che scuoterà le istituzioni. Pierre Maudet viene privato del suo dicastero ed è Mauro Poggia, più ostile al potere giudiziario e presto totalmente monopolizzato dalla pandemia, a inaugurare due edizioni incentrate più sull’analisi che su questioni operative. Appare quindi timidamente un asse di prevenzione e individuazione e viene menzionato anche il miglioramento dell’assistenza alle vittime.

Anche se l’accordo odierno sembra ancora un lungo inventario, l’impulso dato alla polizia in termini di ascolto delle vittime è di per sé uno sviluppo salutare. Il baricentro sta cambiando e i riflettori non sono più solo puntati sui delinquenti. Quanto all’accento posto sulla prevenzione, è anche un modo per dire che le risposte semplicistiche, consistenti in sempre più carcerazioni o espulsioni, non sono di gran lunga sufficienti per risolvere problemi divenuti più complessi.

#Swiss

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