la seconda circoscrizione rischia di ribaltarsi?

la seconda circoscrizione rischia di ribaltarsi?
la seconda circoscrizione rischia di ribaltarsi?
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La deputata uscente Delphine Batho manterrà la seconda circoscrizione elettorale? La Sinistra Unita ovviamente ci crede e non ha cercato di sostituire un altro candidato. Ma la battaglia rischia di essere aspra in questo territorio rurale, soggetto anche alla lenta ma costante avanzata dell’estrema destra e della destra radicale e tradizionalista, una progressione che si legge facilmente nei numeri: nel 2007, lo storico frontista Jean-Romée Charbonneau ha ottenuto 1.312 voti, il 2,83% dei voti espressi, e il Movimento sovranista per la Francia (MPF) di Philippe de Villiers ha ottenuto 1.454 voti. I due partiti sono così usciti con il 5,9% dei voti espressi.

Nelle elezioni successive, nel 2012, entrò in gioco il partito creato da Nicolas Dupont-Aignan. Così, i tre partiti che erano il Fronte Nazionale (guidato sempre da Jean-Romée Charbonneau, 5.384 voti), il MPF (765 voti) e Debout la France (1.149 voti) hanno ottenuto il 12% dei voti espressi al primo turno.

Dal 5,9 nel 2007 al 32,19% nel 2024

Nel 2017, solo il Fronte Nazionale è tornato alla battaglia, dietro l’instancabile Jean-Romée Charbonneau che, nonostante avesse subito un leggero calo (il 5,72% degli iscritti era venuto a votarlo), aveva contenuto la caduta raccogliendo comunque 11 % dei voti espressi.

Nel 2022, il rimbalzo è stato molto netto: tra i 9.328 voti attribuiti al Rally Nazionale di Carine Revers, i 1.389 di Reconquête! e contro i 748 dei Patriots, la destra radicale nella seconda circoscrizione ha ottenuto 11.465 voti, ovvero il 23,8% dei voti espressi (19,4% per la sola RN).

Le elezioni europee non hanno fatto altro che centrare il punto: con 15.912 voti, la lista guidata da Jordan Bardella ha ottenuto il 32,19%.

Delphine Batho, la constante

In questo contesto sconvolto, come si comporterà l’elettorato di Delphine Batho, questa volta portante la bandiera del Nuovo Fronte Popolare?

Lei, in ogni caso, scommette sulla mobilitazione generale, affermandolo “la repubblica rialza la testa” E “Lo schiacciamento del Paese da parte del Raggruppamento Nazionale non è inevitabile”. Si atteggia a bastione, l’impennata dovrebbe logicamente avvantaggiarla.

E non sarebbe incoerente se guardiamo indietro al suo viaggio. Da quando è stata eletta nel 2007 sotto la bandiera socialista, la deputata uscente è stata sistematicamente riconfermata con una stabilità elettorale quasi sconcertante: insediata nel 2007 con il 57,4% dei voti (26.524 voti), è proprio questo punteggio, con pochi voti, che la accompagna da allora: alle ultime elezioni legislative, nel 2022, quando era candidata Nupes, ha ottenuto il 57,88% dei voti (25.011 voti) contro la sua avversaria moderna, Cécilia Rochefort, che avrebbe gareggiato per Ensemble.

Bonus in uscita

Si offrì addirittura di passare al primo turno nel 2012, accumulando il 53,1% dei voti (più di 30.000 voti). E anche se aveva vacillato pericolosamente al primo turno del 2017, ritrovandosi in seconda posizione dietro al candidato macronista (29,8% per lei contro 31,6% per Christine Heintz), alla fine aveva salvato il suo posto con il 56,94%.

Ma questo bonus in uscita al quale Delphine Batho sembra aver aderito finora continuerà a svolgere un ruolo a lungo nei confronti di una RN che guadagna terreno?

Per il momento, il candidato conserva il vantaggio di essere una personalità nota e riconosciuta, sia a livello nazionale che locale, apprezzata sul campo e attenta agli eletti.

I rischi

Ciò che invece potrebbe infastidirla un po’, mettendo da parte alcuni suoi sostenitori, è la figura di Jean-Luc Mélenchon, sempre più criticata. Ricordiamo che lei stessa ha spesso criticato le posizioni e gli atteggiamenti a volte patriarcali del leader di France Insoumise…

La dinamica che lo ha sempre seguito sarà la stessa anche durante le prossime elezioni legislative? A giudicare dai punteggi ottenuti da tutti nelle ultime elezioni europee, e restando su queste stesse proporzioni, non è da escludere il rischio di un triangolare: il 9 giugno i partiti che oggi compongono il Nuovo Fronte Popolare (PS-Place publique, gli ecologisti e LFI) ha ottenuto poco più del 36% dei voti mentre RN ha ottenuto il 32,19% dei voti e Renaissance il 15,75%.

In altre parole, nel secondo collegio elettorale di Deux-Sèvres, l’elettorato macronista potrebbe trovarsi nella posizione di agire da arbitro.

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