Dal samurai al kawaii: in un’ex abbazia del Finistère, una divertente mostra ripercorre sei secoli di scambi tra il Giappone e l’Occidente

-

Per raggiungere l’Abbazia di Daoulas, devi dirigerti a ovest. Se poi arrivate in treno, lasciatevi alle spalle la spettacolare stazione di Brest, costruita negli anni ’30 dall’architetto Urbain Cassan (al quale si deve anche la stazione di Lens, nonché parte del progetto della storica Torre di Montparnasse).

Dopo una ventina di minuti, la strada, che si snoda attraverso il paesaggio collinare del Finistère, raggiunge le alture del villaggio di Daoulas, con le sue costruzioni in pietra gialla di Logonna, tipiche della regione. La sua abbazia fu fondata nel XVII secolo dai canonici regolari dell’ordine di Sant’Agostino. Acquisito dal dipartimento nel 1984, è oggi un luogo di patrimonio e cultura.

C’è molto da vedere lì: un chiostro, un antico oratorio, una chiesa parrocchiale, una fontana oltre a giardini eccezionali dove, grazie ad un clima mite assicurato dalla vicinanza dell’oceano, fioriscono piante medicinali dai quattro angoli del mondo.

Il resto sotto questo annuncio


La natura si prende il suo tempo…
come questo annuncio!


La natura si prende il suo tempo…
come questo annuncio!

Reporter Senza Frontiere racconta il Giappone in una serie fotografica

Un vasto spazio espositivo completa il tutto: la sua programmazione, rinnovata ogni anno, mira tanto a rivelare la diversità delle culture del mondo quanto a evidenziare i ponti che le collegano.

I giardini dell’Abbazia di Daoulas, dove crescono piante medicinali provenienti da tutto il mondo Abbazia di Daoulas

Il resto sotto questo annuncio


La natura si prende il suo tempo…
come questo annuncio!

Cercare comunanza tra le culture

“Facciamo mostre di società e antropologia culturale, riassume Édith Joseph, direttrice della mostra. Cercheremo gli elementi comuni tra le culture. L’idea è mostrare che nell’altro c’è un po’ di noi.” Concepita in quest’ottica e inaugurata pochi giorni fa, la mostra “Da samurai a kawaii” ripercorre una storia trasversale del Giappone e dell’Occidente esplorando sei secoli di scambi e influenze.

Realizzata su progetto originale del Musée Dauphinois di Grenoble, la mostra ha beneficiato anche del prestito di una sessantina di opere provenienti dalle collezioni asiatiche del Musée des Confluences di Lione. Oggi riunisce 300 pezzi, ai quali si aggiungono una decina di film d’animazione e documentari.

Il resto sotto questo annuncio


La natura si prende il suo tempo…
come questo annuncio!


La natura si prende il suo tempo…
come questo annuncio!

9dc2e1412e.jpg

Stampe e oggetti giapponesi di uso quotidiano, presentati in mostra Elodie Henaff/Abbazia di Daoulas

Stampe, oggetti di uso quotidiano, abiti, ceramiche, statuette, dipinti: attraverso le opere presentate, la mostra si muove avanti e indietro: ripercorre i grandi capitoli dell’apertura del Giappone al mondo così come i suoi periodi di ritiro, scegliendo come punto di partenza il scoperta dell’isola di Tanegashima da parte dei navigatori portoghesi nel 1543.

L’influenza degli occidentali sulla cultura giapponese viene poi svelata al visitatore attraverso un imponente scrittoio in legno laccato della fine del XVI secolo: l’oggetto rivela la fusione delle due culture, poiché la sua forma e il suo utilizzo rispondevano a criteri occidentali, ma che è stato realizzato con tecniche giapponesi (lacca, intarsio di madreperla, polvere d’oro, ecc.).

Il resto sotto questo annuncio


La natura si prende il suo tempo…
come questo annuncio!

7aa8db0ab0.jpg

Uno scrittoio rappresentativo dell’arte Namban, una fusione tra la cultura giapponese e quella occidentale Elodie Henaff/Abbazia di Daoulas

“Il mondo fluttuante” di Edo

La mostra esplora anche il lungo periodo di isolamento del Giappone, iniziato nel 1641: lo shogun ordinò poi la chiusura del Paese, rimasto tagliato fuori dal mondo per due secoli.

Chiamata sakoku, questa chiusura colpisce anche i giapponesi: chi è tentato di lasciare l’arcipelago è minacciato di morte. Edo (l’odierna Tokyo) divenne poi il centro economico e politico del paese, Miyako (Kyoto) accogliendo l’imperatore e la nobiltà. Appare un nuovo linguaggio estetico, ukiyo-e, “l’arte del mondo fluttuante”, che si esprime attraverso il teatro kabuki e le stampe. Molte stampe raffigurano i samurai e le loro battaglie.

Il resto sotto questo annuncio


La natura si prende il suo tempo…
come questo annuncio!


La natura si prende il suo tempo…
come questo annuncio!

A metà del XIX secolo furono ristabiliti i legami tra il Giappone e il mondo. La Francia divenne addirittura un partner privilegiato dopo la firma nel 1858 di un trattato di “pace, amicizia e commercio”. Il commercio è in ripresa: per la sua industria, la Francia beneficia della fornitura di bachi da seta e di filati provenienti dal Giappone mentre offre il suo know-how industriale e militare. In particolare, fornì al Giappone una rete di fari per la baia di Tokyo e creò in loco la prima scuola di ingegneri navali.

La nascita del “Giapponismo”

Ben presto, la cultura giapponese entusiasmò gli occidentali. Nel 1872, il collezionista Philippe Burty inventò la parola “Japonisme” per evocare la passione suscitata dagli oggetti giapponesi e l’appropriazione da parte degli artisti europei di questa nuova estetica.

Il resto sotto questo annuncio


La natura si prende il suo tempo…
come questo annuncio!

Gli impressionisti e i Nabis vi trovarono una nuova forma di ispirazione, così come i pittori della scuola di Pont-Aven e Henri Rivière, la cui mostra presenta numerose opere. Anche stencil, vasi, servizi da tavola e costumi illustrano questa influenza dell’estetica giapponese.

2fee6fdf9c.jpg

L’estetica giapponese influenzò i pittori e gli incisori occidentali alla fine del XIX secolo. Elodie Henaff/Abbazia di Daoulas

Dalla ferrovia ad alta velocità a Goldrake

In una ricchissima sezione finale, la mostra ripercorre la modernizzazione militare e aeronautica del Giappone, poi il suo passaggio al campo dell’Asse e la sua capitolazione in seguito ai bombardamenti nucleari di Hiroshima e Nagasaki.

Il resto sotto questo annuncio


La natura si prende il suo tempo…
come questo annuncio!


La natura si prende il suo tempo…
come questo annuncio!

Il visitatore scopre anche la spettacolare ripresa del Paese dopo la guerra, che presto si affermò come potenza industriale e tecnologica, progettando treni ad alta velocità e apparecchiature hi-fi e video.

1990fda6e4.jpg

Console, figurine kawaii, manga: Elodie Henaff/Abbazia di Daoulas

Cultura pop fatto in Giappone trionfa infine, introdotto da Dorothée, che trasmise per la prima volta Goldrake sugli schermi francesi nel 1978 e reso popolare dal successo delle console per videogiochi. Il samurai, del resto, come ci ricordava un anno fa il giornalista britannico Gavin Blair, si prestava già perfettamente alla cultura pop.

Il resto sotto questo annuncio


La natura si prende il suo tempo…
come questo annuncio!

Da Dragon Ball a One Piece, da Pikachu a Hello Kitty, dai manga al cosplay, la mostra si conclude presentando una sintesi della cultura popolare giapponese contemporanea, individuando una possibile nuova forma di “Giapponismo”.

Mostra “Dal samurai al kawaii”presso l’Abbazia di Daoulas, fino al 1 dicembre.
Oltre alla mostra, un programma di mediazione culturale prevede visite per bambini dai 3 ai 6 anni e laboratori di disegno “kamon” (insegna dei samurai). Sono inoltre annunciate letture di storie, una conferenza sui tessuti giapponesi e un concorso di videogiochi.

-

PREV Calcio: Svizzera – Ungheria: la partita del grande perdono
NEXT L’Orchestra da Camera di Ginevra si rinnova nel tempo