Interferenza straniera | Non c’è bisogno di ampliare il campo dell’indagine, giudica la commissione

Interferenza straniera | Non c’è bisogno di ampliare il campo dell’indagine, giudica la commissione
Interferenza straniera | Non c’è bisogno di ampliare il campo dell’indagine, giudica la commissione
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(Ottawa) La commissione d’inchiesta sulle ingerenze ritiene che non sia necessario ampliare il suo mandato per esaminare le accuse secondo cui “alcuni parlamentari”, “consapevolmente o per ignoranza intenzionale”, avrebbero partecipato a manovre di disturbo da parte di Stati stranieri.


Pubblicato alle 12:45

“La Commissione affronterà queste questioni nel quadro che ha già stabilito per adempiere al suo mandato e secondo le regole e i principi applicabili a qualsiasi commissione d’inchiesta indipendente”, si legge in un parere diffuso lunedì.

“Passaggi” del rapporto del Comitato dei parlamentari per la sicurezza nazionale e l’intelligence (CPSNR), pubblicato in versione redatta all’inizio del mese, “hanno sollevato preoccupazioni e provocato accesi scambi tra parlamentari e nei media”, nota il squadra del giudice Marie-Josée Hogue, che presiede l’inchiesta pubblica.

Il gruppo di senatori e deputati ha scritto di aver “visto informazioni preoccupanti secondo le quali alcuni parlamentari sarebbero, secondo i servizi segreti, partecipanti intenzionali o consenzienti agli sforzi di stati stranieri di interferire nella politica del paese”.

Il CPSNR ha fornito come esempio di presunta azione quella di “accettare consapevolmente o per ignoranza intenzionale fondi o benefici da missioni straniere o da loro agenti che sono passati per più mani o sono altrimenti mascherati per nasconderne la fonte”.

La squadra del commissario Hogue specifica di avere accesso agli stessi documenti riservati – nella loro forma non oscurata di intelligence relativa alla sicurezza nazionale – che il CPSNR ha analizzato per trarre conclusioni.

“Ha anche accesso ai documenti che il National Security and Intelligence Review Office ha consultato come parte della sua recente revisione della produzione e diffusione, all’interno del governo del Canada, di informazioni riguardanti le interferenze straniere esercitate durante le ultime due elezioni federali canadesi”, abbiamo aggiungere.

La commissione Hogue sostiene che l’”esame” delle accuse riguardanti “alcuni parlamentari” sarà incluso nella parte del suo mandato che sta lavorando per completare e che mira a “esaminare e valutare la capacità di ministeri, agenzie, strutture istituzionali e federali processi di governance per consentire al governo canadese di individuare, prevenire e contrastare qualsiasi forma di interferenza straniera rivolta direttamente o indirettamente ai processi democratici del Canada.

La scorsa settimana, una mozione del Blocco volta ad ampliare la portata dell’inchiesta pubblica è stata adottata quasi all’unanimità alla Camera dei Comuni. La mozione approvata voleva che la Camera chiedesse una revisione del mandato della commissione presieduta dal giudice Marie-Josée Hogue per “permetterle di indagare sulle istituzioni democratiche federali del Canada, compresi i parlamentari della Camera dei Comuni eletti durante il 43°e e 44e legislature e parlamentari seduti al Senato”.

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