Appassionato degli anni ’80? Questo nuovo hotel parigino dovrebbe piacerti…

Appassionato degli anni ’80? Questo nuovo hotel parigino dovrebbe piacerti…
Appassionato degli anni ’80? Questo nuovo hotel parigino dovrebbe piacerti…
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Al numero 65 di rue du Château d’Eau, dietro pesanti tende di velluto, una volta varcata la porta, due maestose pantere di ceramica fanno da ospiti ai lati di un bancone della reception decorato con lacca e acciaio che sembra uscito da un film di turno. degli anni ’70 e ’80. Questo arredamento con accenti vintage potrebbe facilmente cavalcare questo ennesimo ritorno allo stile anni Settanta negli interni. Ma velocemente, l’Hotel Château d’Eau sembra voler dimostrare di essere molto più intelligente di questa prima visione, anche più impertinente. Il suo desiderio, nei suoi più piccoli angoli e fessure, è quello di affinare le nostre opinioni, affinare i nostri gusti e farci assaporare di sfuggita la bellezza quasi bizzarra dei pregiudizi e degli omaggi un po’ eruditi.

Per il suo settimo indirizzo nel cuore della capitale, il Gruppo turistico guidato dall’imprenditore Adrien Gloaguen ha invaso il quartiere cosmopolita del 10° arrondissement. A lui furono affidate le chiavi di questo nuovo arredo Architettura Necchi.

Un hotel dall’arredamento audace

Un binomio geniale come i loro materiali preferiti, la lacca e l’acciaio inox, come avrete capito, Charlotte Albert e Alexis Lamesta coltivare un’estetica che ha la capacità di non essere rassicurante. Piuttosto audace, la loro visione dell’architettura d’interni si colloca esattamente tra l’omaggio e l’avanguardia. Qui si è voluto restare fedeli allo spirito eterogeneo del luogo utilizzando materiali sofisticati e tecnici allo stesso tempo piuttosto che prendere in prestito i codici classici dell’appartamento borghese parigino. Abituata ai vincoli del settore alberghiero, Necchi Architecture ha un talento particolare nel far fronte ai vincoli di un settore ultra-codificato sconvolgendo questo universo troppo modesto.

Per la nuova avventura del gruppo Touriste, hanno convinto Adrien Gloaguen a fidarsi della loro scrittura tagliente e del loro attaccamento agli anni Settanta e Ottanta. Sotto la loro orchestrazione, qui i fiori sbocciano sui muri grazie a vasi in acciaio inoxil tappeto si arrampica fino alle testiere e ai comodini compresi, gli specchi compaiono quasi ovunque nessuno escluso, i soffitti sono ricoperti da un nero lucido o una griglia luminosa e il piccolo decoro antico a volte possono rivelarsi olé olé… In sintesi: il duo distilla riferimenti pieni di inventiva che diventano veri e propri asset decorativi per il turista che passeggia per la famosa capitale alla ricerca di un covo capace di creare lui (ri)vive un’epoca d’oro parigina senza cadere in un pallido pastiche.

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Il grande gomitolo di materiali ed epoche

Il periodo d’oro per il duo Necchi Architecture si colloca tra gli albori del secolo scorso e la fine degli anni Settanta, tra 5 rue de Verneuil (covo Gainsbouriano con stanze leggendarie ridipinte di nero) e la sala fumatori del Palace (tempio delle notti parigine in anni ’80), tra un salotto d’avanguardia degli anni ’30 progettato dall’arredatore Jean-Michel Frank e il pied-à-terre francese Francesco Catroux. Alexis Lamesta cita addirittura le scenografie della leggendaria trilogia Fantomas di André Hunebelle con Louis de Funès come fonte di ispirazione per le sue scenografie di sofisticata ingegnosità. Con il proprio senso dello stile e un gusto pronunciato per l’anticonformismo, la coppia usa la loro estetica tagliente per far rivivere quei decenni che amavano sguazzare nel comfort senza lesinare sull’assunzione di rischi.

Con una sensualità accuratamente realizzata, il soggiorno allinea dettagli e contrasti: pareti e colonne a specchio, giustapposte a un dipinto decorativo che imita la pergamena di Pauline Leyravaud, un piccolo soggiorno che sembra una sala fumatori con una panca verde retrò e scaffali in acciaio. IL 35 camere di questo pocket hotel estendono l’esperienza delineata al piano terra. Queste stanze, che vanno dai 10 ai 14 mq, sono state pensate come piccole tane in cui rifugiarsi dopo il tramonto. Anche qui il duo crea mobili su misura dove la funzionalità non scende a compromessi con lo stile. Piccolo vassoio da pranzo laccato nero per non staccarsi dal letto, minibar e nicchia ben nascosta nella testiera, specchio girevole per guadagnare luminosità, lavabo multifunzione in acciaio inox circondato da piastrelle a scacchiera in stile Andrée Putman… Gli architetti lo rivelano con sottigliezza la tecnicità dei loro materiali preferiti che partecipano pienamente a questo arredamento tanto coerente quanto vivace in cui il turista è invitato a godere del fascino unico della capitale… e di questo indirizzo squisitamente radicale.

La prova in immagini.

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