Émilie Laliberté: “Cerco di restituire qualcosa”

Émilie Laliberté: “Cerco di restituire qualcosa”
Émilie Laliberté: “Cerco di restituire qualcosa”
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Émilie, come sta andando la stagione degli Indiani?

Giochiamo per 500€ (quattro vittorie e altrettante sconfitte), non è una stagione facile finora. Abbiamo perso alcuni grandi giocatori (Anthony e Jonathan Choquette e Yann Gauvin) contro i Guerriers della Quebec Major Baseball League, ma siamo felici per loro. Abbiamo anche tanti giocatori nuovi, giovani di talento a cui bisogna dare tempo per crescere. Ma noi lavoriamo duro e non molliamo perché, vedete, abbiamo un titolo da difendere!

Tra gli indiani sei “uno dei ragazzi”. Dopo tutti questi anni, è ancora divertente suonare con questi ragazzi?

Assolutamente! Sono sempre stata rispettata come donna e come giocatrice di baseball. Sono con la famiglia agli Indians.

Adesso hai 30 anni e giochi a baseball… da sempre. Ma ti sei dilettato in un sacco di sport.

“Giocavo a basket con le squadre della scuola Sacré-Cœur (oggi Haute-Ville), andavo in bicicletta, sui pattini, giocavo a hockey per strada, non c’è niente che non abbia fatto! Lo sport fa parte di me, è uno stile di vita”.

— Émilie Laliberté

Ma il baseball, in ogni senso della parola, ti ha portato lontano. Quali sono i tuoi ricordi più belli legati al tuo sport?

Ci sono così tanti! Ma in un attimo, vincere il campionato canadese di baseball femminile nella Columbia Britannica quando avevo 11 anni è stato un momento molto potente. Anche i miei quattro anni trascorsi a giocare a softball e studiare negli Stati Uniti, in Kansas e poi in Missouri, rappresentano qualcosa di grosso. Ovviamente non posso perdermi neanche io tutti questi campionati vinti con gli Indians. Il baseball mi ha dato tantissimo.

Émilie nel suo ruolo di ricevitore con gli indiani. (Jessy Brown/Voce degli archivi dell’Est)

Ti vedi a giocare per molto tempo?

Sono nella fase in cui vado un anno alla volta. Ci sono mattine, dopo le grandi partite con gli Indians, in cui sono molto più “stressato” rispetto a qualche anno fa. Ma lo amo ancora così tanto.

Lo sport femminile è in forte espansione. Dobbiamo solo guardare al successo della Professional Women’s Hockey League. Immagino che tu ne sia felice.

“Sono sicuramente felice di vedere che lo sport femminile sta prendendo sempre più spazio. Ma non ho mai praticato uno sport di alto livello pensando alla progressione dello sport femminile. L’ho sempre fatto prima di tutto per me stessa. Quando vedo una donna che fa sport, vedo un essere umano che semplicemente si muove. Ed è questo che vogliamo che uomini, donne e bambini, in breve gli esseri umani, si muovano. Le abitudini di vita sane non appartengono a un genere in particolare, sono per tutti”.

— Émilie Laliberté

Tua madre è stata una grande apostola dello sport femminile, in particolare ovviamente del baseball.

La mamma ha fatto la sua parte, davvero. Ha fatto molti progressi. Per i miei genitori era importante anche che i loro figli si trasferissero. I miei fratelli giocavano a baseball prima di me, mio ​​fratello Guillaume raggiunse addirittura l’élite junior.

Un giorno mi hai detto che avresti voluto restituire un po’ di quello che hai ricevuto. Ed è esattamente quello che farai oggi, vero?

Ci provo duro. Sono un allenatore di livello A, faccio parte del consiglio di amministrazione di Granby Multi-Sports, del comitato di selezione per le borse di studio sportive della città di Granby e ho partecipato allo sviluppo della politica sportiva della città. Ribadisco, lo sport mi ha dato tanto e oggi cerco di mettermi in gioco il più possibile. Lo faccio con tutto il cuore, senza alcuna pretesa.

La nostra gioventù, diremo, non sempre gode di una buona stampa. Si dice spesso che gli interessi dei giovani si limitino allo smartphone. Sei insegnante di francesizzazione alla scuola J.-H.-Leclerc e so che non ti piace sentire queste cose.

È vero che a volte siamo duri con i nostri giovani. Trovo che abbiamo dei bellissimi giovani che sono ben lungi dall’essere interessati solo ai loro telefoni. Solo a Granby abbiamo un sacco di bellissimi atleti che lavorano duro e che hanno grandi obiettivi. Dobbiamo incoraggiare i nostri giovani, dare loro fiducia, non cercare di sminuirli. Non dimentichiamo che i nostri adolescenti di oggi saranno i nostri adulti di domani.

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