Il macronismo potrà scomparire dopo le elezioni legislative?

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Emmanuel Macron, 14 giugno 2024 al G7 in Italia. LUDOVIC MARIN/AFP

tuUna settimana dopo l’annuncio dello scioglimento dell’Assemblea nazionale da parte di Emmanuel Macron, le ragioni di questa decisione sono tutt’altro che chiare. Il Presidente della Repubblica ha ovviamente tutta la legittimità di indire elezioni legislative anticipate, ai sensi dell’articolo 12 della Costituzione. Ancora questo gesto forte – “Non possiamo essere più solenni e più forti”, si è vantato durante la conferenza stampa di mercoledì 12 giugno – questo dovrebbero capirlo i francesi, chiamati alle urne il 30 giugno e il 7 luglio.

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Tre ragioni sono state avanzate dal Capo dello Stato, poi dal suo entourage, per convincere che non si tratta né di un atto insensato né di un capriccio personale. Innanzitutto è stato spiegato che il“equazione parlamentare”tra maggioranza relativa e ” disordine “ nell’Emiciclo, era diventato “difficilmente sostenibile”. Tuttavia, dal 2022, né la maggioranza relativa né il disordine hanno impedito al primo ministro Elisabeth Borne di approvare più di cinquanta testi in quasi venti mesi, che non si è trattenuta dal ricordare ai deputati del Rinascimento, dopo lo scioglimento. Il suo successore, Gabriel Attal, progettò con calma di continuare su questa strada. Questa situazione, che mette a dura prova l’esecutivo, è senza dubbio meno grave di quella della prossima Assemblea nazionale: la tripartizione potrebbe portare a una situazione di stallo altrimenti acuto, senza possibilità di scioglimento per un anno.

Si è poi sostenuto che la votazione sulla mozione di censura sarebbe avvenuta in autunno “inevitabile”. Il presidente del gruppo Les Républicains (LR) Eric Ciotti lo avrebbe confidato all’ex presidente dell’Assemblea nazionale Richard Ferrand, che avrebbe informato l’Eliseo… Il fatto che sia necessario raccogliere le firme di 58 deputati e il fatto che solo il gruppo LR abbia 61 voti rende questa prospettiva altamente improbabile, mentre un terzo del gruppo non è favorevole alla presentazione di una mozione. Inoltre, uno scioglimento deciso in autunno a seguito dell’adozione di una mozione di censura sarebbe stato perfettamente logico e comprensibile.

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Un errore di analisi

Infine è stato avanzato il “voto sull’Europa” del 9 giugno, che è ” chiaro “, per Emmanuel Macron. Con quasi il 40% per le forze di estrema destra, un punteggio senza precedenti, è vero, “dobbiamo dare una risposta democratica”, ha giudicato, senza che si vedesse il nesso causale tra elezioni europee e scioglimento. Questa dissoluzione “caldo”dopo una sconfitta elettorale, è la prima sotto il Ve Repubblica. L’elezione degli eurodeputati non ha mai scosso la vita politica nazionale. Nel 2014, il triste fallimento della lista guidata dal leader del Partito socialista (PS) Jean-Christophe Cambadélis (14% dei voti), arrivata terza, dietro a quelle del Fronte Nazionale (25%) e dell’Unione per una movimento popolare (21%), mentre François Hollande era al potere da due anni, non ha avuto altra conseguenza che la partenza di un segretario di Stato e l’arrivo di altri due.

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