Giustizia: il fotografo accusato di aver abusato delle sue modelle riceve sei anni di prigione

Giustizia: il fotografo accusato di aver abusato delle sue modelle riceve sei anni di prigione
Giustizia: il fotografo accusato di aver abusato delle sue modelle riceve sei anni di prigione
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Il tribunale cantonale ha ritenuto che l’uomo, che ora aveva 49 anni, aveva commesso due stupri e nove coercizioni sessuali. Secondo i giudici avrebbe utilizzato la “pressione psichica” per raggiungere i suoi scopi.

Il fotografo amatoriale approfittava delle sessioni fotografiche organizzate nel suo studio per mantenere il contatto sessuale con le sue modelle. © iStock (foto pretesto)

Il fotografo amatoriale approfittava delle sessioni fotografiche organizzate nel suo studio per mantenere il contatto sessuale con le sue modelle. © iStock (foto pretesto)

Pubblicato il 14/06/2024

Tempo di lettura stimato: 4 minuti

Il fotografo amatoriale che aveva indotto diverse sue modelle, spesso molto giovani, a compiere o subire atti di natura sessuale durante servizi fotografici realizzati tra il 2010 e il 2015 era infatti colpevole di coercizione sessuale e stupri, ha stabilito il Tribunale cantonale di Friburgo (TC). Con una sentenza ancora impugnabile davanti al Tribunale Federale (TF), i giudici hanno condannato quest’uomo di 49 anni, di nazionalità portoghese, a sei anni di carcere.

Questo è molto meno degli undici anni che ha ricevuto in primo grado davanti al Tribunale Sarine nel 2021, ma significativamente più severo dell’assoluzione virtuale che ha ricevuto un anno dopo davanti al TC. Interrogato su ricorso del procuratore generale Fabien Gasser, il TF ha annullato questa sentenza indulgente, definendola arbitraria perché troppo basata sui video filmati di nascosto dagli imputati durante gli atti sessuali, a scapito delle dichiarazioni dei denuncianti e le perizie sessuologiche depositate agli atti dalla Procura. I giudici federali avevano rinviato il caso al TC per una nuova decisione.

Pressioni psichiche

Nel corso del processo svoltosi il 3 e 4 giugno, il Tribunale cantonale ha dovuto riesaminare i fatti, in particolare dal punto di vista delle “pressioni psicologiche” che l’imputato – il quale contesta qualsiasi atto di costrizione e afferma che gli atti erano consentiti a – avrebbe potuto esercitarsi sui suoi modelli per raggiungere i suoi fini.

Dopo aver analizzato il fascicolo, i giudici sono giunti alla conclusione che tale pressione, abbastanza forte da spezzare la resistenza dei denuncianti, c’è stata effettivamente. Si stima che la quarantenne avesse commesso due stupri e nove coercizioni sessuali.

“Ogni donna si è trovata fin dall’inizio in una situazione particolarmente vulnerabile”
Il tribunale cantonale

La Corte “ha esaminato ciascuno dei casi alla luce del contesto generale delle sparatorie”, caratterizzato da una fortissima determinazione degli imputati a ottenere incontri sessuali e a filmarli clandestinamente, nonché da “un’asimmetria nel rapporto tra il fotografo e le sue modelle. Ciascuna donna si è trovata fin dall’inizio in una situazione di particolare vulnerabilità e non si aspettava in alcun modo la svolta sempre più sessualizzata del suo servizio fotografico”, hanno scritto i giudici nella loro decisione.

“Uscita Vietata”

“A suo vantaggio e con l’obiettivo di soddisfare le sue fantasie, l’imputato, inizialmente, sistematicamente, ha attuato un metodo progressivo strutturato, ritualizzato e collaudato per raggiungere i suoi fini da un punto di vista sessuale e voyeuristico, caratterizzato nel tempo da un massiccio condizionamento psicologico dei suoi modelli ( manipolazione, forte insistenza, dittatura, molestie sessuali). Lo scopo di questo metodo è, in secondo luogo, quello di incoraggiare un atto a sorpresa, che generalmente avviene dopo l’attivazione della telecamera.”

Giustizia: Il fotografo continua a negare di aver abusato delle sue modelle

Il suo comportamento, nel particolare contesto delle riprese, ha provocato nelle donne interessate, per lo più poco più che ventenni, reazioni psicologiche (sorpresa, paura, stupore, dissociazione) tali da farle ritrovare in una situazione senza altra via d’uscita se non quella di sottomettersi a lui, ritiene il TC.

Requisizione 2021

Il fotografo è stato anche condannato per aver filmato i denuncianti a loro insaputa, cosa che non contesta. Ma a causa del tempo trascorso dai fatti, è stato sanzionato solo per quattro fatti. Tra i casi prescritti c’era quello della propria nuora, che aveva fotografato con una telecamera spia installata nel bagno della casa di famiglia.

Nel formulare la sentenza, la TC ha tenuto conto della colpevolezza dell’imputato, della sua mancanza di scrupoli e di consapevolezza, dato che questi si ostina a negare di aver costretto qualcuno ad avere rapporti sessuali con lui. Questi sei anni di carcere corrispondono alla richiesta avanzata dal procuratore generale durante il procedimento di primo grado nel 2021. Contattato, Fabien Gasser si è detto “soddisfatto della sentenza che restituisce dignità alle vittime”.

Giustizia: Secondo i suoi avvocati, il fotografo accusato di abusi sessuali pagherebbe il prezzo del moralismo ambientale

I difensori del fotografo non hanno voluto commentare in questa fase. Nei dibattiti del 3 e 4 giugno, MSono Philippe Bardy e Yaël Hayat avevano chiesto l’assoluzione per quanto riguarda gli atti sessuali, ritenendo che il loro cliente – che afferma di aver avuto contatti intimi con 90 delle sue circa 600 modelle – stesse pagando il prezzo di un attacco alla moralità di carattere sociale. natura.

Gli avvocati si sono basati in particolare sul contenuto dei video girati clandestinamente dall’imputato e che mostrano atti chiaramente consensuali. Secondo la difesa, gli attori hanno intrapreso un’azione legale solo quando hanno saputo che questi film esistevano e che probabilmente sarebbero stati trasmessi.

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