Ginevra: Baz’Art mette sottosopra rue Lissignol

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Il festival Baz’Art mette sottosopra Lissignol

Inserito oggi alle 17:48

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Dalla cantina alla soffitta, nei corridoi come nel boudoir, sicuramente nel soggiorno dell’uno o dell’altro appartamento, e poi in strada sull’asfalto, il festival Baz’Art torna a farsi valere. È stato a Lissignol, grazie ai suoi selvaggi abitanti, che dodici edizioni fa ha visto la luce il più strano evento ginevrino. È in questo angolo del quartiere alla periferia di Saint-Gervais che la bella squadra prende in mano la situazione questo fine settimana, dopo essere stata “in pausa” nel 2023. Nel 2024, quindi, Baz’Art si sveglia con un inferno di una presa. Per ammirare la bestia andate sabato 15 e domenica 16 giugno, tutti i giorni dalle 14 e fino a tarda sera. Ingresso libero.

Come al solito, il programma è uscito all’ultimo minuto. Come al solito, valeva la pena aspettare. Un nuovo grand cru si profila all’orizzonte. Il tema? Tradizione e folklore rivisitati. Baz’Art, che coltiva lo straordinario, cura anche il suo umorismo, ponendo domande come: “Le ranz des vaches” di un coro ginevrino, è questa riappropriazione culturale o no?

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Concerti, performance, arti visive, installazioni, laboratori e curiosità partecipative: tra le venti creazioni da seguire questo fine settimana, abbiamo scelto – in modo del tutto soggettivo e perché ci piacciono i titoli degli spettacoli – “Il patrimonio di storie che solo la metà esistere”, visita guidata dalle attrici Lisa Courvallet e Candice Chauvin (sabato, 15, domenica, 16,30), anche questa “canzone tradizionale bretone arrangiata con salsa d’ostrica” da Ludu Du, duo formato da Anna Duval Guennoc e Ivan Martin (sabato, ore 18).

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A Baz’Art ci sono anche le star, quelle della musica per esempio. Citiamo La Tène (sabato, ore 20), gruppo franco-svizzero specializzato nella miscelazione da brivido di ghironda rivisitata con tamburi rock industriali, il tutto con cabrette e altre tremanti cornamuse. Siamo lieti di ritrovare sul palco Alexis Degrenier, un veterano e co-fondatore di questo ensemble dalla configurazione variabile.

Non vediamo l’ora di fare un pisolino in “The final hut”, un “rifugio effimero, broc’n brol e proteiforme” progettato da Ginkopop (sabato e domenica dalle 14). Siamo anche molto, molto curiosi di scoprire cosa si nasconde nella pancia del mostro, una scultura rotante immaginata da Chingo & Elodie (sabato e domenica, a chiamata). Ecco cosa dice il loro invito: “A volte ci sentivamo bene lì, rannicchiati nella calda, umida e morbida caverna. A volte si sentiva male, masticato, sputato, digerito e cagato. Baz’Art colpisce ancora!

Baz’Art Festival, sabato 15 e domenica 16, rue Lissignol. Informazioni: baz-art.ch

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