3° anello: tra gioia, scetticismo e scoraggiamento

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Il nuovo impegno del governo per il 3° collegamento non lascia indifferente nessuno nella regione.

L’annuncio ispira quasi rabbia a Daniel Guay, amministratore del Tavolo Cittadino Littoral Est.

Il gruppo di cittadini del Quebec teme che il governo non rispetterà il suo impegno di trasformare l’autostrada Dufferin-Montmorency in un viale urbano.

4″,”text”:”Siamo un po’ turbati. Tutto ciò minaccia anche il nostro viale urbano, quindi la nostra fase di passeggiata Samuel-De Champlain4″}}”>Siamo un po’ sconvolti. Tutto ciò minaccia anche il nostro viale urbano, quindi la nostra passeggiata Samuel-De Champlain fase 4aggiunge il signor Guay.

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Daniel Guay, amministratore del Tavolo Cittadino del Litorale Est (Foto d’archivio)

Foto: Radio-Canada

Anche a Lévis un gruppo di cittadini si oppone al progetto e chiede al governo di mantenere meglio i ponti già esistenti.

Attualmente non siamo nemmeno in grado di mantenere la nostra rete stradale e ora compreremo un’altra attività e spenderemo 7, 8, 9, 10 miliardi […] per noi è una sciocchezzaindica Michel Bégin-Lamy del Collectif Virage.

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Michel Bégin-Lamy, membro del collettivo Virage. (Foto d’archivio)

Foto: Radio-Canada / Camille Carpentier

Decisione accolta con favore

La Coalizione dell’Est, che riunisce una cinquantina di eletti di vari comuni del Chaudière-Appalaches, accoglie con favore l’annuncio del governo.

Questa è una buona notizia perché comprendiamo che il governo è impegnato in tal senso.indica il portavoce e sindaco di Saint-Vallier, Alain Vallières.

Alain Vallières in un'intervista a Radio-Canada.

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Alain Vallières in un’intervista a Radio-Canada (foto d’archivio)

Foto: Radio-Canada

Ma Alain Vallières resta affamato. C’è una garanzia di completamento, ma non ci sono tempistiche per il completamento.

Aggiunge che la Coalizione dell’Est ha chiesto un incontro con il Primo Ministro Legault e il Ministro dei Trasporti, Geneviève Guilbault, per discutere la questione.

Sfide imponenti, ma fattibile

Se parliamo di un ponte tra la sponda nord e la sponda sud, le sfide tecniche sono imponenti, ma è fattibileinizia con Denis Leboeuf, ingegnere, professore, pensionato in ingegneria civile dell’Università di Laval e specialista in geotecnica.

Giovedì, in una conferenza stampa, François Legault ha espresso la preferenza per l’opzione del ponte rispetto al tunnel.

Sulla sponda nord, i terreni sono di pessima qualità, quindi ci sono notevoli problemi di fondazione. E sul lato sud le condizioni geotecniche non sono molto conosciuteaggiunge il signor Leboeuf.

Il canale tra l’Île d’Orléans e la sponda sud è il St. Lawrence Seaway, ricorda il professore.

220piedi [67mètres] tra la linea di alta marea e la parte superiore del ponte”,”text”:”Gli standard internazionali stabiliscono che deve essere lasciata una distanza minima di 220 piedi [67mètres] tra il livello dell’alta marea e la parte superiore del piazzale”}}”>Gli standard internazionali stabiliscono che sia necessario lasciare uno spazio libero di almeno 220 piedi [67 mètres] tra la linea di alta marea e la parte superiore del piazzalespiega, che è un’altezza libera maggiore di quelle del ponte Pierre Laporte e di Quebec City, che sono circa 50 metri.

Una nave da crociera nel fiume.

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Tuttavia, l’altezza di alcune navi da crociera che attraverseranno il Quebec nei prossimi mesi raggiungerà quasi i 75 metri. (Foto d’archivio)

Foto: Radio-Canada / Louis-Philippe Arsenault

A quel punto bisogna immaginare l’importanza degli argini di avvicinamento e dei flussi, per cui diventa un’opera estremamente imponente. […]. Per me questo è un grosso vincolosostiene.

Château Frontenac e la terrazza Dufferin.

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Veduta del fiume dalla terrazza Pierre-Dugua-De Mons (Foto d’archivio)

Foto: Radio-Canada / Sylvain Roy-Roussel

Il professore solleva anche l’aspetto visivo. La punta di Lévis è il paesaggio fondatore del Quebec, quindi dal punto di vista del patrimonio architettonico, vedere un enorme ponte come quello nel paesaggio […] Ciò costituisce un problema secondo meconclude.

Con la collaborazione di Magalie Masson e Guylaine Bussière

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