Test cognitivi all’Unifr: le scimmie da laboratorio verranno trattate meglio

Test cognitivi all’Unifr: le scimmie da laboratorio verranno trattate meglio
Test cognitivi all’Unifr: le scimmie da laboratorio verranno trattate meglio
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Invece di avere un sistema di ancoraggio impiantato sulla superficie del cranio per stabilizzare e sostenere la testa durante un compito visivo, i primati potranno, in futuri esperimenti, posizionare il mento su un supporto e fermarsi come desiderano, ha detto Unifr a proposito del lavoro del gruppo di ricerca.

Il direttore è il professor Michael Schmid, precisa il comunicato stampa pubblicato giovedì. Durante le due prove effettuate, i macachi si sono mostrati addirittura più disponibili a partecipare. Secondo l’SPCCR, oltre ad aumentare il benessere degli animali, l’innovazione fornisce una migliore conoscenza scientifica.

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Stampa 3D

Il laboratorio del professor Schmid svela quindi un nuovo approccio per la ricerca biomedica sui primati non umani: l’uso di un sottogola stampato in 3D. Già utilizzato con cani ed esseri umani, migliora la precisione delle analisi, aumenta la perseveranza delle scimmie e rafforza la protezione degli animali.

Il sottogola garantisce una misurazione precisa dei movimenti oculari per studi sulle funzioni cognitive. Consente ai primati di partecipare o ritirarsi volontariamente dagli esperimenti. Il metodo promuove inoltre pratiche più etiche e aumenta l’efficacia della formazione coniugando precisione scientifica e progresso nella tutela degli animali.

Finora il metodo consisteva nell’impiantare un sistema di ancoraggio in titanio sulla superficie del cranio per stabilizzare e sostenere la testa e poter così ottenere misurazioni esatte. Sebbene eseguiti in modo tale che le scimmie soffrissero poco, questi interventi rimanevano macchinosi, con forti ripercussioni visive e rischio di infezione postoperatoria.

Malattia della vista

Poiché il nuovo approccio è più economico e meno invasivo, sarà “certamente” adottato dai laboratori sperimentali di altri istituti di ricerca. Per Unifr si tratta di “un grande successo che dimostra che la ricerca d’avanguardia e quella sul miglioramento del benessere animale non sono contrapposte, ma complementari”.

Queste tecniche invasive, che costituiscono la norma, stanno ora lasciando il posto a strumenti non invasivi come maschere facciali o supporti per la testa. L’obiettivo è proteggere meglio gli animali, tenendo conto delle considerazioni etiche, ricorda il comunicato stampa.

Il gruppo di ricerca studia i circuiti cerebrali del sistema visivo, per capire come vediamo e come migliorare la vista delle persone con malattie della vista. A tal fine lavora con primati non umani i cui movimenti oculari sono misurati con precisione.

In questa zona i macachi rhesus svolgono un ruolo cruciale per la somiglianza tra il loro sistema visivo e quello umano.

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