Leoni dell’Atlante: tra ombra e luce

Leoni dell’Atlante: tra ombra e luce
Leoni dell’Atlante: tra ombra e luce
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Missione compiuta per gli Atlas Lions dopo le due vittorie ottenute contro Zambia e Congo nelle qualificazioni ai Mondiali del 2026. Due confronti dai contenuti divergenti: il primo ha suscitato un’ondata di scetticismo sulla competitività della selezione di fronte alle scadenze che attendono. lui, in particolare il CAN 2025. Il secondo ha portato balsamo al cuore dei tifosi. Tuttavia, è tempo di condurre un’analisi misurata, che non inclini né al beato ottimismo né al catastrofismo disfattista.

Al fischio finale di un deludente Marocco-Zambia, gli animi più critici hanno sparato a colpi di arma da fuoco contro la squadra di Regragui. Le scelte del tecnico della Nazionale sono state discusse a lungo e il minimo che possiamo dire è che a livello tecnico il tecnico degli Atlas Lions ha persistito su alcune opzioni a dir poco discutibili. Perseverare nell’utilizzo di Ziyech sulla fascia destra, vedere Saïss come leader della difesa e persistere con En-Nesyri privo di palloni sono stati i punti neri menzionati dal tifoso medio. Evidenziata anche la mancanza di affinità tecnica tra Diaz e Ziyech. C’era quindi spazio per il dibattito nei caffè commerciali o sui social network, soprattutto perché bastavano i gesti lunatici del Galatasaray e del sivigliano a irritare.

Settantadue ore dopo, lo scontro ricollocato contro il Congo doveva confermare i dubbi o dissiparli. E ovviamente coach Walid ha avuto il buon gusto di mettersi in discussione. Le scelte offerte contro l’anello debole del nostro girone playoff hanno dato i loro frutti. Riportare Ziyech nel cuore della partita ha reso la manovra offensiva più fluida, soprattutto perché era evidente la complicità laterale tra Diaz e Hakimi. Questo movimento sullo scacchiere ha liberato Ounahi, ha offerto un campo di manovra più interessante al promettente Ben Seghir e ha dato grandi prospettive a un Kaabi più mobile e opportunista di En-Nesyri. Sì, nel calcio è tutta una questione di movimento attorno al portatore di palla e di soluzioni più dinamiche quando si affrontano blocchi bassi. Dietro, il giovanissimo Chadi Riad ha portato quella voglia di velocità che può mancare a un Saïss a fine percorso.

Risultati: la selezione Nazionale ha svelato spunti e alcune soluzioni per il grande progetto di animazione offensiva contro rivali più attendisti. L’idea è che i nostri Atlas Lions siano meno prevedibili in partita e che ogni elemento lasci da parte il proprio ego, compreso l’allenatore della Nazionale. In Spagna esiste un detto che “rectificar es de sabios”, traducibile nella lingua di Molière come “rettificare è una prova di saggezza”. Ammettere i propri difetti, ascoltare gli altri senza mostrare populismo può servire perfettamente alla causa della Nazionale.

Resta ora da affinare la comunicazione di Walid Regragui. Quest’ultimo ha una personalità controversa. Puoi amare o odiare il suo stile come. Serve un po’ di “consensualismo”, sia da parte dell’opinione pubblica che da parte del boss dei Leoni dell’Atlante. Tocca all’allenatore mostrare più pedagogia per spiegare il suo piano di gioco, e al tifoso essere più comprensivo, per unirsi e creare attorno alla selezione nazionale la sacra unione necessaria per vincere questa maledetta CAN che ci sfugge dal 1976. .

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