Grattacapi in vista per la formazione del governo di Bruxelles: Ahmed Laaouej salirà solo a costo di forti concessioni di David Leisterh

Grattacapi in vista per la formazione del governo di Bruxelles: Ahmed Laaouej salirà solo a costo di forti concessioni di David Leisterh
Grattacapi in vista per la formazione del governo di Bruxelles: Ahmed Laaouej salirà solo a costo di forti concessioni di David Leisterh
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Il MR, per la prima volta nella sua storia, ha vinto le elezioni a tutti i livelli di potere in cui si è presentato.

Nel Parlamento vallone, nella Federazione Vallonia-Bruxelles e nella parte francofona del Parlamento federale, la maggioranza può essere ottenuta tramite un semplice partito bipartisan MR/Engaged.

Per i liberali il caso della Regione di Bruxelles si rivela più complesso. Il MR vuole governare. Ma con chi?

Nonostante la vittoria nella capitale, il MR (20 seggi) si ritrova ad affrontare il famoso grattacapo.

Non può sperare di creare a Bruxelles la stessa coalizione che ha creato in Vallonia. I dieci seggi degli Engagés, nonostante il grande passo avanti ottenuto al Parlamento di Bruxelles, non basteranno. Anche aggiungendo Défi, che tuttavia propende per una cura d’opposizione, il conto non ci sarà.

E mentre sembrava emergere un asse MR-PS, con i socialisti quasi essenziali nella capitale, il PS ha annunciato la sua scelta per l’opposizione a tutti i livelli di potere.

Un quadripartito?

Esiste la possibilità senza precedenti di costituire un quadripartito MR-Engagés-Défi-Ecolo. Il grande svantaggio è che gli ambientalisti, dopo la pesante sconfitta elettorale, si orientano verso l’opposizione, come ha sottolineato Alain Maron (Ecolo) su BX1.

Basti dire che David Leisterh, se riuscisse a convincere questi tre partiti a formare un governo, avrebbe molto da fare per evitare che si trasformi in una rivolta…

Il Ps punta alle elezioni comunali

La cosa più semplice sarebbe comunque che il PS riconsiderasse la sua scelta a favore dell’opposizione. Ciò non è escluso. “A Bruxelles ne usciremo vincitori, quindi dovremo fare i conti con i socialistis”, ha dichiarato Ahmed Laaouej su BX1, qualificando così le parole del presidente del suo partito, Paul Magnette.

Il MR dovrà però pagare il prezzo per convincere il PS ad unirsi alla maggioranza regionale di Bruxelles.

A Bruxelles prevarrà l’aritmetica. Non balleremo come alcuni fischiano, né svenderemo le nostre priorità e il nostro programma”riassume un tenore socialista.

Le rivendicazioni del PS riguarderebbero principalmente la politica abitativa – la regolamentazione del mercato degli affitti con richieste di controllo degli affitti – e lo sviluppo di questioni chiave come la zona desolata di Josaphat.

La questione delle persone non risolve nulla. Georges-Louis Bouchez, presidente del MR, vorrebbe scavalcare Ahmed Laaouej e negoziare con Karine Lalieux. Tuttavia, a differenza di Paul Magnette, Ahmed Laaouej, leader del PS di Bruxelles, esce piuttosto rafforzato da queste elezioni.

gabbiano

La strategia decisa con Ahmed Laaouej è stata vincente.”

“Per me quello che è successo domenica, considerato il contesto (ascesa del PTB, Team Ahidar ecc.), è stata una vittoria per il PS di Bruxellesanalizza Ridouane Chahid, eletto deputato alla Camera con un ottimo punteggio (18.001) voti. La strategia decisa con Ahmed Laaouej è stata vincente”.

I socialisti (16 seggi) hanno infatti retto molto meglio nella capitale che in Vallonia, conquistando anche un 4° seggio a livello federale, con uno sfondamento anche a sud di Bruxelles. La campagna del PS di Bruxelles, sebbene pesantemente criticata per i suoi toni comunitari, si è rivelata più efficace di quella condotta in Vallonia da Paul Magnette. “Se il MR entrasse nel governo di Bruxelles, anche l’uomo più popolare di Bruxelles dovrebbe entrarvi”, sussurra una fonte socialista.

Nessun candidato, infatti, ha ottenuto più voti di preferenza al Parlamento di Bruxelles del sindaco di Koekelberg. Possiamo anche dubitare della capacità di Paul Magnette di costringere Ahmed Laaouej a rimanere all’opposizione, se quest’ultimo decidesse di partecipare alla maggioranza di Bruxelles…

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Sul versante neerlandese il rischio blocco

In un ruolo di lingua olandese sconvolto dalla svolta del Team Fouad Ahidar (3 posti), e dai due posti di Vlaams Belang, la partita si preannuncia altrettanto complicata.

Contro il divieto delle macellazioni rituali, radicalmente pro Gaza: chi è Fouad Ahidar, il leader del partito che sorprende tutti a Bruxelles?

Ricordiamolo: a Bruxelles ogni ruolo linguistico negozia separatamente la propria maggioranza, prima di unirsi per formare un governo. Il ruolo di lingua olandese ha 17 seggi, con una maggioranza di 9 seggi. Groen, che ne ha vinti 4, avrà la mano per negoziare e formare una maggioranza. Ma con chi? Gli ambientalisti dovranno affrontare un famoso mal di testa. Esistono, in sintesi, due possibilità, ciascuna particolarmente complessa.

Rinnovare l’alleanza con Open VLD (2 seggi) e Vooruit (2 seggi) è matematicamente insufficiente. Un quadripartito a cui si unissero CD&V di Benjamin Dalle (1 seggio) o N-VA otterrebbe la maggioranza (2 seggi). Ma questi quattro partiti avrebbero solo tre portafogli ministeriali da condividere. Perché allora i cristiano-democratici o i nazionalisti fiamminghi accetterebbero di entrare in un governo senza ottenere un ministro? Nuovo puzzle in prospettiva…

Un tripartito sarebbe possibile, a condizione che le tre sedi del Team Fouad Ahidar siano integrate. Ma l’ex deputato socialista è oggetto di una denuncia per antisemitismo e ha condotto gran parte della sua campagna su temi comunitari e religiosi, attaccando duramente il PS e Vooruit.

Molto seria appare anche la possibilità di un blocco, o almeno di trattative senza fine. E se riuscisse ancora a formarsi, questo governo potrebbe avere… 8 partiti.

Basti dire: la consuetudine di Bruxelles, che prevede la formazione di un esecutivo prima del 21 luglio, rischia di non essere rispettata.

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