Il nostro Paese, dove il voto è obbligatorio, ha logicamente il miglior tasso di partecipazione davanti ai vicini Lussemburgo e Malta. All’altra estremità della classifica troviamo Lituania, Bulgaria e quindi Croazia con quattro volte meno elettori andati alle urne rispetto al nostro.
Con una partecipazione pari a circa il 21%, la Croazia, ultimo entrato nell’Unione Europea, è il Paese i cui elettori hanno viaggiato meno per eleggere i propri eurodeputatisecondo i risultati pubblicati lunedì mattina dall’UE.
Solo il 21,34% degli elettori, ovvero meno di un elettore su quattro e meno rispetto al 2014 e al 2019, si è recato alle urne domenica. Penultima la Lituania che è andata a votare con il 28,9% degli elettori, seguita dalla Bulgaria con il 31,8%. Dall’altra parte della classifica guida il Belgio con l’89,2%, seguito da Lussemburgo (82,3%) e Malta (72,8%).
Nell’UE, il voto è obbligatorio in Belgio, Lussemburgo, Grecia e Bulgaria. La Croazia, 3,8 milioni di abitanti, manda 12 deputati al Parlamento europeo. Domenica ha messo in testa il partito governativo HDZ (Hrvatska Demokratska Zajednica, destra conservatrice) con il 34,6%, che gli dà 6 seggi. Al secondo posto i socialisti dell’SDP mandano 4 deputati, con il 26% dei voti. Secondo il sito elettorale ufficiale, il partito nazionalista di destra Movimento Patriottico DP (8,8%) e il partito ambientalista di sinistra Mozemo (5,9%) ottengono ciascuno un seggio.
La Croazia non si è mai recata in massa alle elezioni europee: nel 2014, un anno dopo il suo ingresso nell’Unione, ha votato il 25,24% dei croati, nel 2019 il 29,85%. I croati hanno appena concluso le elezioni legislative e devono tornare alle urne entro la fine dell’anno per eleggere il proprio presidente.
